R. & P.
Cancellare il superbonus del 110% sarebbe molto rischioso per le imprese calabresi. Il settore edile a queste latitudini, infatti, rappresenta una delle colonne portanti, se non la colonna portante per l’economia regionale.
Bloccare questo strumento che, in questi ultimi anni, ha creato nuova occupazione, rappresentato una boccata d’ossigeno per il Prodotto interno lordo nazionale e regionale e che, in prospettiva, rappresenta una misura concreta per perseguire l’obiettivo della transizione energetica e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio calabrese, sarebbe una mossa azzardata.
Potrebbe rappresentare l’annullamento di quell’azione di ripartenza che il settore edile ha vissuto in termini economici ed occupazionali.
Per la FenealUil Calabria, così come sostenuto dal Segretario nazionale Vito Panzarella, non si può rinunciare ad un provvedimento che consente anche alle fasce sociali meno abbienti di intervenire sugli immobili di proprietà per renderli più sicuri e sostenibili, riducendone i consumi senza anticipare spese troppo onerose per farsene carico in autonomia.
Anche per questo siamo convinti che, anche e soprattutto per evitare il crac del settore edilizio calabrese, sia necessario che la politica nazionale e locale tenga in considerazione ed approfondisca gli otto punti di correzione della norma che sono stati proposti dal Segretario generale della FenealUil, Vito Panzarella.
Una piattaforma, che rilanciamo e sosteniamo con convinzione e che si basa su questi punti qualificanti: ripristinare subito forme di acquisizione dei crediti ceduti a terzi; un meccanismo che consenta alle imprese di poter monetizzare crediti relativi a cessioni effettuate nel 2021 e nei primi trimestri 2022 ; la costituzione di un Fondo Nazionale ad hoc che con meccanismo rotativo sia in grado di anticipare al 100% liquidità alle imprese; un riordino complessivo dei vari incentivi per il settore edile.
E ancora la dilatazione dei tempi del superbonus 110% almeno fino al 2026; un dècalage del massimale detraibile a partire dal 1° gennaio 2023; per il resto degli edifici privati, non condomini, oltre al décalage in termini percentuali, riconoscere la possibilità di cessione del credito in percentuali variabili, in base al reddito del proprietario dell’immobile.
Infine, appare necessario introdurre un intervento normativo e di controllo pubblico che eviti alle banche di fare cartello e di sottrarre risorse pubbliche a danno del provvedimento.
Maria Elena Senese
Segretario generale
FenealUil Calabria