di Gianluca Albanese
SIDERNO – «Una seria programmazione per lo sviluppo del territorio è il miglior antidoto alla corruzione e alle ruberie e la Città Metropolitana dello Stretto rappresenta, ad oggi, il miglior strumento di programmazione». Il leader nazionale del Partito Repubblicano Francesco Nucara, intervenuto stasera a Siderno nel corso di una manifestazione organizzata dal militante di lungo corso Marcello Attisano, è un convinto assertore della validità di questo nuovo strumento istituzionale, tanto da aver scritto un libro che intende essere una guida per chi vuole saperne di più sull’argomento.
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Dall’ultima volta che da queste parti si parlò seriamente di questo tema, sono passati almeno cinque anni. All’epoca, in una sala delle adunanze del Comune di Siderno affollata come non mai, due Peppe che allora contavano moltissimo (Bova e Scopelliti) si strinsero la mano come in segno di benedizione di quest’idea che poi, nel corso degli anni, iniziò a prendere corpo, seppure nel silenzio di una certa politica e nella cattiva informazione dei più.
Già, se è vero che l’attuazione pratica dell’area metropolitana dello Stretto slitterà per volontà governativa dopo il commissariamento di palazzo San Giorgio, è comunque utile che se ne parli, e il libro di Nucara, come ammesso dal suo stesso autore, vuole essere un contributo al dibattito in corso.
Per ora, poco si sa e poco si dice. Si sa che il territorio dovrebbe coincidere con quello dell’attuale provincia, che il sindaco di Reggio sarà anche il sindaco della Città Metropolitana e che nel Consiglio siederanno i primi cittadini dei Comuni superiori ai 15.000 abitanti e i presidenti delle Unioni dei Comuni con popolazione superiore ai 10.000 abitanti. Solo Siderno e la costituenda unione dei Comuni della Vallata del Torbido, insomma, saranno rappresentati, al momento, e ogni altra idea, come quella del primo cittadino di Benestare Rosario Rocca che un anno fa propose la costituzione di una mega unione dei Comuni rappresentativa di tutta la Locride sono svanite nel nulla. Comuni come Locri, Bovalino, Roccella, Caulonia e Monasterace, dunque, rischiano di non avere rappresentanti nel nuovo soggetto istituzionale, ma qui non ne parla nessuno, e Nucara ha un’idea a proposito, quando dice che «Un’idea del genere non piace a molti perché cambierà la politica nella sua essenza».
Parla della necessità di una rivoluzione liberale «alla Piero Gobetti» e pensando alle importanti attribuzioni che avrà la Città Metropolitana in aggiunta a quelle dell’attuale Provincia, come Sanità e Ambiente, il leader repubblicano ricorda che «In Calabria si muore più di malasanità che di criminalità ma non arrestano nessuno di quelli che sbagliano, né i medici incompetenti, né chi li ha nominati nei posti di comando».
E sulla depurazione dice che «E’ un problema che riguarda solo la Regione, che la deve garantire nel suo complesso, senza affidarsi alla buona volontà dei singoli comuni», scagliandosi contro «le ruberie del governo regionale e l’insipienza della sua burocrazia».
Tutti hanno scaricato Scopelliti, dallo stesso Nucara a Marcello Attisano, che in apertura dei lavori ha detto che «Scopelliti dice che la Locride è indietro di vent’anni, ma nell’ultimo lustro vissuto da governatore della Calabria non ha fatto niente per risollevarla».
Attisano, che da anni predica praticamente nel deserto – la necessità di fare della Locride una Zona Franca Urbana, indica le sue quattro priorità programmatiche connesse alla prossima entrata in vigore della Città Metropolitana:
– la costituzione di un gruppo di lavoro tematico insieme al Corsecom;
– il rilancio del porto di Gioia Tauro come volano di sviluppo dell’intera provincia attraverso lo strumento della “free zone” stile Miami;
– l’istituzione di un fondo per la ricerca che prepari qui i giovani laureati;
– la ricostruzione del lungomare di Siderno sull’intera linea frontale di quasi sei chilometri attraverso l’utilizzo oculato dei fondi strutturali europei 2014-2020.
Assente il consigliere regionale Nicolò, molti sono stati gli interventi dal palco, nel corso della manifestazione i cui lavori sono stati coordinati dal collega Aristide Bava.
Per il Corsecom, l’ingegner Edmondo Crupi, si è scagliato contro quella politica «Che non aiuta le realtà associative e predilige ancora il metodo degli incontri riservati, tacendo sulle opportunità di sviluppo della città metropolitana», mentre il consigliere regionale Pietro Crinò ha stigmatizzato «le troppe nomine sbagliate fatte anche da questa giunta regionale, come testimoniano le scelte fatte in questi giorni», scagliandosi contro i troppi commissariamenti «che non hanno portato progresso ai territori» e «una politica sanitaria fatta di incompetenti che privilegiano solo il capoluogo a scapito della provincia».
Per l’ex senatore Pietro Fuda, anch’egli intervenuto, «la città metropolitana è assai importante perché è l’ultima chance per rimanere allacciati alle grandi reti infrastrutturali che collegheranno Reggio con le altre città metropolitane del Sud come Napoli e Bari, con dei benefici che si sentiranno anche in provincia «Altro che le scelte sbagliate a livello centrale – ha detto – che hanno sacrificato il trasporto su rotaia per scegliere altre metodologie, come il trasporto su gomma, che di fatto hanno ulteriormente penalizzato la Locride».
«Faremo una battaglia – ha concluso Fuda – per evitare che tutte le principali attribuzioni vengano accentrate su Reggio»-
Fin qui i contenuti emersi nel dibattito. Ora, per sfruttare bene le opportunità connesse alla creazione dell’area metropolitana, serve la buona volontà della classe politica del comprensorio, per la quale il libro di Nucara rappresenta ad oggi un’ottima indicazione bibliografica.