di Gianluca Albanese
LOCRI – Intravede il serio pericolo di un secondo dissesto; contesta la gestione dei conti comunali da giugno 2020 a oggi; invita il sindaco Giovanni Calabrese a chiedere un’ispezione ministeriale per verificare lo stato dei conti comunali e, in chiusura, pensa alla notte di San Lorenzo augurandosi, con una punta di romanticismo, “una Locri più aperta e democratica dal 2023”.
Il consigliere comunale di “Maggioranza critica” Raffaele Sainato ha convocato per questo pomeriggio una conferenza stampa “per dire – ha dichiarato in apertura dei lavori – tutto quello che non mi è stato consentito esprimere nella seduta consiliare dello scorso 4 agosto”. Un fiume in piena, Sainato, che inizia la sua analisi dei conti dal I gennaio 2018 “visto che tutto ciò che riguarda il periodo fino al 31/12/2017 è oggetto dell’attività dell’Organismo Straordinario di Valutazione istituito dopo la dichiarazione di dissesto. Ebbene – ha proseguito – oggi rischiamo di lasciare a chi sarà eletto il prossimo anno una situazione analoga a quella che trovammo noi nel 2013, frutto di quarant’anni di gestione comunale: quest’amministrazione, nel giro di due anni ci sta portando allo stesso punto”. A chi gli fa notare che fino a giugno 2020 era lui l’assessore al Bilancio da sette anni consecutivi, Sainato risponde che “fino a quando sono stato io assessore il bilancio è stato stabilmente riequilibrato, cosa che – ha aggiunto – non avviene oggi, visto che continuano a inserire poste che non si riescono a incassare (Imu e Tari anni precedenti) e che non vengono vincolate nel Fondo Svalutazione Crediti. Non solo: è di pochi giorni fa la notizia di un decreto ingiuntivo notificato dalla Sorical per 1.200.000 euro e a breve potrebbe arrivarne un altro dalla Novito Acque per la depurazione”.
Un quadro a tinte fosche quello da lui disegnato, aggiungendo che “purtroppo la Corte dei Conti ha i suoi tempi per muovere i dovuti rilievi e io ho già segnalato tutto in Prefettura affinché possano intervenire per porre rimedio a una situazione che, se non raddrizzata, influirà negativamente sui servizi ai cittadini”.
Molte le scelte dell’amministrazione contestate da Sainato. “Per esempio – ha detto – il fondo Covid con gli aiuti per le famiglie bisognose è stato in parte utilizzato per acquistare arredi per gli uffici comunali e i seggiolini per lo stadio e poi, per le feste estive (molte delle quali vengono annunciate ma non realizzate), non si sono chiesti i fondi alla Regione, pagando tutto con fondi comunali pur con le difficoltà di cassa. Se pensiamo che l’Enel avanza 500.000 euro per corrente elettrica e che il Comune decide di adire le vie legali per prendere tempo, il quadro è chiaro”.
Dopo aver parlato di alcuni tecnicismi che secondo lui possono costituire le prime misure correttive (“Si potrebbe – ha detto – chiedere all’organismo straordinario di valutazione di restituire le quote trattenute per i mutui negli anni precedenti e inserirle a bilancio, visto che con la nuova normativa è possibile”) Sainato chiude con alcuni attacchi politici mirati. Il primo è al sindaco che a suo dire avrebbe “chiuso le porte del Comune, negando le dovute risposte ai cittadini, anche quelle per loro negative che – ha aggiunto – vanno sempre spiegate. In questo – ha proseguito – l’attuale gruppo di opposizione ha ragione a disertare le sedute consiliari denunciando la mancanza di democrazia perché l’amministrazione comunale ragiona col metodo del ‘o sei con me o sei contro di me’ in virtù del quale si usa il pugno di ferro con chi non è amico e maggiore indulgenza con chi è amico”. Il secondo è al presidente del consiglio comunale Miki Maio “che – ha detto – si comporta più da capogruppo di maggioranza che da garante dei consiglieri” e sfida il primo cittadino a chiedere un’ispezione ministeriale per verificare lo stato dei conti “che – ha spiegato – si potrà fare in sette giorni, visto che riguarderà gli ultimi anni dopo il dissesto, mentre l’allora ispettore Cervellini, il cui intervento fu chiesto dal sindaco Pepè Lombardo ci mise molto tempo perché esaminò quarant’anni di carte” “così – ha concluso – accerterà anche lui la veridicità delle mie contestazioni”.