RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
SIDERNO – Proseguono le attività dell’Osservatorio Ambientale Diritto per la Vita relative al progetto “L’acqua del rubinetto. Un bene per l’ambiente, la salute e il portafoglio” (https://www.facebook.com/notes/osservatorio-ambientale-diritto-per-la-vita/progetto-lacqua-del-rubinetto-un-bene-per-lambiente-la-salute-ed-il-portafoglio/235602199951961). Giovedì 7 agosto alle ore 11, presso la sede del Centro Italiano di Protezione Civille, si è tenuto un tavolo tecnico al quale hanno partecipato dirigenti e tecnici in rappresentanza dell’ASP, dell’Arpacal e della Sorical S.p.A., allo scopo di dibattere sui metodi e sulle problematiche relative ai controlli di potabilità delle acque di rete pubblica in ambito provinciale.
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Nello specifico all’incontro erano presenti: per l’ASP della provincia di Reggio Calabria, il dott. Guido Sansotta, Direttore del Dipartimento di Prevenzione; per l’Arpacal, la dott.ssa Francesca Pedullà, Dirigente Responsabile del Servizio Esterno Alimenti e Bevande del Dipartimento Arpacal di Reggio Calabria, e il dott. Salvatore Procopio, fisico del Dipartimento Arpacal di Catanzaro; per la Sorical S.p.A., l’ing. Sergio De Marco, Direttore dell’Area Operativa, e gli ingg. Massimo Macrì e Giulio Gangemi, responsabili di zona; per l’Osservatorio, oltre al Presidente Francesco Salomone e al vice-presidente Giuseppe Belcastro, i membri del comitato di coordinamento Dino Audino, Mario Congiusta e Patrizia Liguori, il segretario Arturo Rocca, la tesoriera Pamela Agostino e altri rappresentanti delle associazioni aderenti all’Osservatorio, tra cui Natale Amato, Maria Bizzantini e Maurizio Zavaglia; inoltre, in qualità di tecnici collaboratori volontari dell’Osservatorio, il dott. Eugenio Cefalì, esperto in fisica medica, il geologo Carmelo Malivindi e il perito chimico Martina Comito.
Nel corso dell’incontro si è discusso, in particolare, sulle modalità con cui vengono controllati due classi di parametri tra quelli previsti dal D. Lgs 31/2001 (legge di riferimento per la qualità delle acque destinate al consumo umano): gli antiparassitari e i parametri radiometrici.
Per quanto riguarda gli antiparassitari, categoria che include molti dei prodotti chimici usati nell’agricoltura e nell’allevamento, come pesticidi, insetticidi, ecc., l’ing. De Marco ha lamentato il fatto che per molti dei campi pozzi gestiti dalla Sorical non siano state definite o, laddove definite, non siano state tenute adeguatamente in considerazione le zone di tutela assoluta e le zone di rispetto di cui all’art. 94 del D. Lgs. 152/2006 (Codice dell’Ambiente). Per questo motivo, alcune delle falde usate per la captazione dell’acqua potabile presentano problemi di vulnerabilità a causa della loro prossimità a zone agricole o di allevamento, dove periodicamente vengono usati gli antiparassitari. Ne deriva che la frequenza dei controlli per ricercare eventuali pesticidi e insetticidi nelle acque di queste falde debba essere più elevata rispetto a quella di altri parametri, senza però che ciò permetta di scongiurare il pericolo di contaminazioni accidentali di breve durata. E’ necessaria, quindi, una maggiore attenzione da parte della Regione e degli Enti Locali, che, attraverso gli strumenti di pianificazione del territorio, debbono individuare e garantire le prescrizioni di legge nelle zone di rispetto di cui si è detto.
Quanto alle indagini radiometriche (che tanto preoccupano la popolazione calabrese a causa del continuo rincorrersi di notizie riguardo al possibile interrimento illegale di rifiuti radioattivi avvenuto in passato chissà dove e che, se fosse vero, potrebbe in qualche caso aver contaminato alcune falde utilizzate per scopi potabili) nel corso dell’incontro è emerso che l’Arpacal, che si occupa di effettuare i controlli esterni per conto dell’ASP, non è dotata delle attrezzature necessarie per poter stimare in modo sufficientemente accurato la cosiddetta Dose Totale Indicativa, vale a dire la quantità di radiazioni assorbita dal corpo umano attraverso l’ingestione di sostanze radioattive presenti nell’acqua, parametro di riferimento del già citato D. Lgs. 31/2001. La Dott.ssa Pedullà ha, inoltre, fatto presente che c’è attualmente un blocco da parte della Regione Calabria di alcuni fondi POR già opportunamente stanziati per l’acquisto della strumentazione apposita.
Perciò, al momento, come ha confermato lo stesso Dott. Sansotta, esistono difficoltà per progettare un piano di monitoraggio della radioattività in ambito provinciale, ma si procede solo per sporadici controlli a campione, utilizzando, laddove se ne ravvisi la necessità, laboratori fuori regione, con ovvio aggravio di costi.
Conforta comunque la sensibilità dimostrata da parte di tutti gli enti preposti al controllo delle acque potabili, che hanno accolto l’invito dell’Osservatorio Ambientale Diritto per la Vita partecipando a questa riunione. Riteniamo importante che l’attenzione sia alta su questi temi e l’auspicio è che tutte le istituzioni a tutti i livelli ne prendano consapevolezza.