R. & P.
Presentate in conferenza stampa a Palazzo Alvaro le Giornate d’autunno 2022 del Fai, il Fondo per l’ambiente italiano (capodelegazione per Reggio Calabria, Dina Porpiglia). Partiranno nel prossimo fine-settimana da Bagaladi, con due fascinosi cammini di scoperta e di bellezza: Percorsi gaginiani in Aspromonte e La via dell’acqua.
Rispetto a questo pregevole percorso eco-artistico, correttezza avrebbe però voluto si coinvolgesse in sede di presentazione anche l’Ente Parco nazionale dell’Aspromonte, che per il restauro del cinquecentesco complesso marmoreo dell’Annunciazione di Antonello Gagini ha impegnato 54.341,90 euro nel contesto del progetto Rinascimento dell’Aspromonte, nell’ambito degli interventi di promozione economica e sociale relativi al 2015. Sempre lo stesso Comune di Bagaladi è stato finanziato per 10.799,42 euro per il progetto Il Crocefisso ritrovato – progetto di fruizione del patrimonio scultoreo rinascimentale dell’area grecanica attraverso QR-code – nell’ambito degli interventi di promozione economica e sociale relativi al 2016, progetto tra l’altro non ancora rendicontato e chiuso.
E non solo: il frantoio Jacopino – uno dei cardini del percorso La via dell’acqua, al cui interno è ospitato il Museo dell’olio con tanto di ruota motrice che, in forza della propulsione idrica, produce energia – fu acquistato e rimesso a nuovo con propri fondi giusto dall’Ente Parco, che lo adibì quindi a Porta d’accesso del Parco aspromontano.
«I contenuti della conferenza stampa di presentazione delle Giornate d’autunno 2022 del Fai e dei comunicati stampa sul tema poi diffusi dalla Città metropolitana non rendono giustizia al ruolo e allo sforzo economico profuso dall’Ente Parco nazionale dell’Aspromonte rispetto ai tesori artistici gaginiani, e non solo – commenta con un pizzico d’amarezza il presidente dell’Ente Parco, Leo Autelitano –. Talora ci chiediamo quale bilancio potrebbero mai presentare numerose comunità locali dell’area, in termini di realizzazioni sul territorio, ove si espungessero quelle curate e finanziate dall’Ente Parco: forse, non varrebbe addirittura la pena di tracciarlo… Eppure, quando si tratta d’offrire proiezione esterna e visibilità agli interventi operati, spesso prende il sopravvento un incomprensibile desiderio d’escludere chi “ha dato l’anima” in queste iniziative, testimoniando d’aver sposato il territorio, come fosse una “missione”».