(ph. Enzo Lacopo)
di Gianluca Albanese
ROCCELLA IONICA – I ruoli sono stati rispettati: Callipo ha fatto il rottamatore; Oliverio l’uomo di apparato che fa leva sui risultati conseguiti alla guida della Provincia di Cosenza; Speranza ha parlato, più che da amministratore, da militante di lungo corso, erede della Questione Morale di berlingueriana memoria. Quelli che non sono stati rispettati, invece, sono stati i tempi: un dibattito così importante, il primo in Calabria che ha messo a confronto i tre protagonisti principali delle prossime primarie per designare il candidato del centrosinistra alla guida della giunta regionale, avrebbe meritato tempi contingentati e risposte secche a domande altrettanto secche. Invece no: spesso i protagonisti si sono lasciati andare a dei veri e propri comizi, e in alcune occasioni sono stati abili a “rigirare la frittata” eludendo in parte le domande del moderatore Pietro Melia per spostare il tiro sui loro cavalli di battaglia.
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Resta il grande merito da ascrivere al circolo del Pd di Roccella e, in particolare, al suo segretario Mimmo Bova, che ha organizzato un dibattito assai partecipato e molto interessante, ma che non ha fatto tesoro del modo di condurre analoghi confronti messo in campo da alcune Tv nazionali (vedi Sky Tg24) che, garantendo tempi uguali per tutti, ha rappresentato un momento di novità assoluta nel panorama dell’informazione politica. Ma tant’è. La riuscita dell’evento, tutta da ascrivere agli organizzatori, è comunque testimoniata dalle numerosissime presenze di molti militanti e simpatizzanti del centrosinistra di tutta la Locride.
Questi i principali contenuti emersi.
LE PRIMARIE SI FARANNO, SI’ O NO?
Oliverio si è mostrato come il più acceso sostenitore di questo metodo di selezione dei candidati, ricordando le tappe fondamentali del loro iter. «Il treno delle primarie – ha detto – è in piena corsa. Una corsa che è iniziata lo scorso 30 giugno all’assemblea regionale del Pd, alla quale ha preso parte il vicesegretario nazionale. Esiste un documento che ne indica espressamente il ricorso e tutte le procedure e il 28 luglio sono state depositate le candidature. Rappresentano uno strumento di sintesi e di unità della coalizione, perché dopo che si tengono obbligano tutti i candidati, politicamente e moralmente, a sostenere chi le vince, riavvicinano i cittadini alla politica e sottraggono dal malcostume della contrattazione appannaggio dei soliti gruppi ristretti».
Per Callipo «Se siamo qui questa sera è perché crediamo alle primarie, anche se va detto che uno strumento del genere, se usato per troppo tempo, può perdere il suo significato iniziale. Il vero impegno, però – ha sottolineato il giovane sindaco di Pizzo Calabro – è quello di vincere per governare questa Regione, perché la gente si è allontanata dalla politica, non pensando alle primarie ma perché chi va al governo non fa quelle cose che dice di fare in campagna elettorale. Questo è il nocciolo della questione: cambiare le persone e i metodi che fin qui sono stati portati avanti».
Speranza ha espresso gli stessi concetti già sentiti in questi mesi da molti militanti di base. «Dissento da come vanno le cose – ha detto il primo cittadino di Lamezia Terme – e sono preoccupato perché ancora manca una data certa entro la quale si dovranno tenere le elezioni regionali. Dopo il 27 marzo, data della condanna di Giuseppe Scopelliti, la Calabria è ostaggio di una classe politica che bada alla propria autoconservazione e in consiglio regionale c’è un’opposizione inadeguata. Il centrosinistra avrebbe dovuto fare proteste eclatanti per andare subito al voto, perché il problema vero non è se si faranno le primarie il 21 settembre ma come mai non siano già state fatte e non si sia già rinnovato il consiglio regionale. Non voglio delle primarie – ha detto Speranza – che siano concepite come la prosecuzione del congresso del Pd. Non voglio un centrosinistra che ancora accetta i suggerimenti di Gentile. Ma soprattutto – ha concluso – il centrosinistra deve avere il coraggio di tenere alla larga i soliti poteri detentori di pacchetti di voti mobili che negli ultimi anni si sono spostati con disinvoltura da Loiero a Scopelliti e ora sono pronti a portare acqua al mulino del centrosinistra, dato per favorito». In prima fila siede il consigliere uscente Demetrio Naccari Carlizzi. Che sembra non fare una piega.
DATA DELLE ELEZIONI REGIONALI. SI FARANNO IL 12 OTTOBRE?
Callipo ritiene che «Dobbiamo pretendere di andare al voto prima possibile, anche se temo che la Stasi voglia allungare ulteriormente i tempi. Va da sé che il 12 ottobre mi sembra OK come data».
Più articolato l’intervento di Oliverio, che ha spiegato che «Quella del 12 ottobre come data delle elezioni è una bufala. Tutta colpa di Scopelliti. Lo ha spiegato il presidente del consiglio regionale Talarico, ed il motivo è semplice: la riduzione da 50 a 30 del numero dei consiglieri regionali passa attraverso una modifica dello statuto regionale, che ha i suoi tempi e una doppia lettura: la seconda è il prossimo 9 settembre, e dopo di allora dovranno passare 45 giorni per fissare la data delle elezioni e si capisce perfettamente che si andrà ben oltre il 12 ottobre. Per me la prima data utile è il 9 novembre e in questo lasso di tempo, le primarie del 21 settembre s’inseriscono benissimo». L’occasione è buona per iniziare il primo, e interminabile, comizio, nel quale Oliverio ha spiegato, tra l’altro che «C’è un dato che testimonia più degli altri la bontà del lavoro svolto dalla mia amministrazione provinciale: l’ente ha i conti in ordine. Anzi, abbiamo bilanci da Oscar».
CONTI IN ORDINE?
Melia legge in quest’ultima affermazione una frecciata a Callipo che replica dicendo che «Non ho nulla da cui difendermi, parlando della mia attività di assessore al Turismo dell’allora giunta provinciale De Nisi a Vibo Valentia. Hanno fatto circolare ad arte la voce di una mia presunta incandidabilità per il dissesto dichiarato ma, a parte che eventualmente, colpirebbe il presidente della Provincia, non c’è alcuna procedura a mio carico da parte della Corte dei Conti. Voglio, a proposito, ricordare che nel Comune che amministro, Pizzo Calabro, vige da un anno l’armonizzazione contabile, strettamente correlata al principio di cassa, in virtù del quale non puoi spendere se prima non incassi, e questo è il principale metodo di prevenzione del dissesto dell’Ente, creando i presupposto per un sistema tributario efficiente. A me avrebbe fatto comodo continuare ad amministrare con le solite logiche, ma quelli come me pensano prima al bene della comunità e degli enti che amministrano, e dopo al proprio interesse politico».
E LAMEZIA?
Prima di parlare della propria esperienza da sindaco lametino, Speranza è tornato sulla data del voto regionale. «Il problema non è il nove novembre o il dodici ottobre, ma perché non lo si è ancora fatto. E poi, se è vero che il 12 ottobre è una bufala, perché nessuno lo ha spiegato a Renzi quando l’ha annunciata nel corso della sua visita in Calabria? Io temo che si andrà al voto dopo il mese di novembre, tralasciando i veri problemi, come quello che riguarda la mancata nomina del commissario regionale alla sanità». E poi: «Basta indulgere al trasformismo e basta riproporre, o tentare di farlo, l’alleanza col Nuovo Centrodestra sulla scorta dell’esperienza di governo di Renzi. Su Lamezia, voglio solo ricordare il mio lavoro teso a ridare dignità a un Ente più volte commissariato per infiltrazioni mafiose, e alcune grandi opere come il lungomare e il palasport accessibile anche ai diversamente abili per le attività paraolimpiche».
IL “TUTTI DENTRO” DI MARIO MAIOLO
Sulla proposta della grande coalizione alla calabrese, Oliverio ha inteso rassicurare Speranza: «La Calabria – ha detto – non ha bisogno di ammucchiate, e l’alleanza romana non può coprire operazioni tese a ottenere ulteriori rinvii del voto regionale. Sulla dichiarazione resa da Renzi in Calabria, qualcuno avrebbe dovuto spiegargli che la modifica dello statuto impone dei tempi che impediscono di votare il 12 ottobre: non è colpa sua»- Quindi, la seconda parte del suo comizio: «Dove ho amministrato io non si è perso un solo euro di finanziamenti regionali e una nuova Calabria passa attraverso una profonda revisione dei dipartimenti e dell’intero apparato burocratico, nel quale chi sbaglia paga. E’ così che amministro io».
Callipo, dal canto suo, manifesta «Assoluto dissenso sulla proposta di Maiolo. La rottamazione – ha spiegato e rispiegato – non è un fatto generazionale, ma di metodo. E’ riuscire a trasformare le promesse in azioni concrete».
I CONTENUTI FINALI
Speranza ha ribadito che «Dobbiamo lasciarci alle spalle gli errori fatti durante la giunta Loiero e la Regione ha bisogno di una drastica cura dimagrante, perché c’è un elemento di casta che è intollerabile, così come non concepisco che chi fa politica appartenga a una classe sociale diversa rispetto ai cittadini calabresi. Serve impiegare meglio i fondi pubblici, sottraendoli alla casta e istituendo un reddito di sopravvivenza per le famiglie in seria difficoltà»
Oliverio ha concluso augurandosi che «Non ci sia mai più un commissariamento in Calabria. Dobbiamo riappropriarci delle nostre funzioni e sono sceso in campo per ridare credibilità a una nuova classe dirigente che aiuterò a mettersi in gioco, sotto la spinta di quello che sarà il sicuro successo delle prossime primarie».
Fin qui i contenuti emersi nelle quasi tre ore di confronto. Dunque, buone primarie a tutti.