R. & P.
Abbondanza, ricchezza, fecondità: queste le immagini da sempre associate agli agrumi, i “pomi d’oro”, i doni generosi degli Dei e della natura…e la natura a Caulonia è stata molto generosa, tanto da farci omaggio di una qualità di arance autoctona, il Biondo di Spina.
Quest’arancia tardiva, comunemente chiamata Biondo di Caulonia, è una cultivar autoctona molto antica, un tempo molto apprezzata e diffusa per il consumo fresco, con l’avvento delle cultivar del gruppo Navel dalla Spagna ha perso completamente la sua importanza a causa dei semi non graditi nella polpa. Ormai il luogo di coltivazione di questa cultivar sono pochi ettari dal mare alla prima fascia collinare intorno al paese di Caulonia, dove le caratteristiche climatiche ed ambientali sono capaci di conferire al prodotto specifiche qualità organolettiche. Il frutto è di forma ovale sub-rotonda a polpa gialla, molto dolce e dalla buccia sottile profumatissima, ha un giusto equilibrio tra acidità e ventaglio di sapori molto interessanti e variegati, con una potenza gustativa che va dalla fragola al mandarino; la polpa è compatta, omogenea dalla consistenza croccante, molto gradevole; un piccolo sole concentrato, apprezzato all’estero dove l’hanno denominato il “Piccolo Sole “d’Inverno” ;
già da tempo sarebbe sparito, tanto che l’ARSAC lo citava come in via di estinzione, se non fosse stato per la tenacia e la perseveranza di alcuni attori sulla scena agrumicola; tra questi, un gruppo sensibilizzato da Ilaria Campisi (nella foto) che da molti anni cerca di portare avanti strategie vincenti di salvaguardia e valorizzazione, conferendo a questa antica cultivar il giusto riconoscimento storico, identitario, paesaggistico, culturale, ambientale e di biodiversità .
Tale percorso di promozione ha attirato l’attenzione di Good Land, una startup che si occupa a livello nazionale di progetti di rigenerazione rurale e di economie legate alla terra realizzando prodotti biologici
Lo scorso marzo alcuni rappresentanti di Good Land sono venuti ad ufficializzare la conoscenza della realtà agrumicola Cauloniese, aderendo in prima persona al progetto di recupero e promozione del Biondo di Caulonia. Da questo incontro è nato un cortometraggio- intervista che uscirà a fine ottobre.
Molto importante è stata la collaborazione con un’altra startup nazionale, Biorfarm, che contribuisce attivamente alla tutela, facendo adottare gli alberi e avvicinando le persone al territorio e alla sua bellezza, ma anche alle difficoltà del mondo rurale nella ricostruzione di una cultura alimentare ecologica votata a preservare l’ambiente e la biodiversità.
L’impegno di Ilaria Campisi e del gruppo che la supporta sta per avere il riconoscimento ufficiale anche dalla rete di Slow Food perché è stata formalizzata la “Dichiarazione Fondativa della Comunità di Salvaguardia del Biondo di Caulonia”.
Quindi: tanti gli obiettivi già raggiunti, tanto lavoro da fare.
Piano piano sta crescendo la rete degli estimatori e dei co-produttori , perché così ci piace chiamare chi compra le arance in quanto collabora alla riuscita di questa impresa di salvaguardia, che dai canali economici tradizionali viene percepita come perdita di reddito, ma che per i lungimiranti è un’agricoltura “eroica” che punta alla difesa di una biodiversità che rende la terra più resiliente senza ridurre tutto solo alla resa economica.
Biorfarm , Orteat, Goel, Etico Shop, Citrus Vienna, Casa Caria, Arance in Viaggio sono alcuni dei tanti co-produttori che hanno aderito alla Comunità di Salvaguardia del Biondo di Caulonia e commercializzano con successo questa arancia.
Nel frattempo si è raggiunto un altro obiettivo con decreto Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricole) del 25 febbraio 2020 G.U. N.63 DEL 10-03-2020 l’arancio Biondo di Caulonia è stata iscritto nel registro nazionale delle varietà delle piante da frutto storiche e autoctone calabresi grazie all’impegno dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese.
Al gruppo piacerebbe coinvolgere tutti quei proprietari di agrumeti terrazzati nel comprensorio di San Nicola di Caulonia, che sono stati forse i primi ad abbandonare, l’obiettivo sarebbe quello di riprendere un pezzo di paesaggio formato da un intreccio secolare di natura e cultura donando nuove prospettive di mercato.
Sottolinea Ilaria Campisi: “da tanto ci lavoriamo e ci crediamo da sempre e siamo contenti che ad oggi anche il nostro Comune abbia compreso l’importanza del valore strategico e identitario del Biondo di Caulonia, organizzando una pregevole iniziativa per fine ottobre che vedrà coinvolti l’ARSAC e il Centro Sperimentale per l’Agrumicoltura di Acireale.”