di Antonella Scabellone
LOCRI- Si è avvalso della facoltà di non rispondere Giuseppe Pilato, il trentenne di Monasterace accusato di avere ucciso con due colpi di pistola, uno in bocca l’altro alla tempia, la moglie, Mary Cirillo, al culmine di una lite, lo scorso 18 agosto.
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Questa mattina l’uomo, che si è consegnato sabato scorso ai carabinieri dopo 5 giorni di latitanza, assistito dai suoi legali, Gervasi e Marziano, è comparso davanti al GIP Andrea Amadei per rendere l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Locri, dove si trova recluso, ma ha fatto scena muta.
Domani il GIP deciderà per la convalida o meno del fermo.
Dunque, nessuna confessione o altro elemento di novità al momento sull’efferato delitto che ha sconvolto un’intera comunità e suscitato sdegno e commozione un po’ ovunque. Mary Cirillo lascia quattro figli in tenera età di cui due di loro, Salvatore, il più piccolo di soli due anni, e Sofia, la maggiore di appena dieci, sarebbero stati presenti sulla scena del delitto anche se in momenti diversi. Secondo la ricostruzione degli inquirenti il Pilato, dopo aver ucciso la moglie, avrebbe accompagnato il figlio minore, che era in casa con la madre, dai nonni. Poco dopo la figlia più grande è giunta inavvertitamente sul luogo del delitto trovando la madre in una pozza di sangue.
“Il nostro grande rammarico-aveva dichiarato a tal proposito il colonnello Giuseppe De Magistris comandante dei Carabinieri del Gruppo di Locri che hanno condotto senza sosta le indagini culminate con il fermo presunto uxoricida- è non essere arrivati sulla scena del crimine nell’immediatezza del fatto e prima della piccola Sofia”. Ciò in quanto l’allarme è stato dato solo alcune ore dopo il delitto quando la povera Mary era già morta (il medico legale ha datato il decesso intorno alle 15.30 del 18 agosto).
E intanto domenica si sono svolti i funerali della giovane donna. Una fiaccolata molto partecipata ha concluso una giornata di grande tristezza, come da tanto non si ricordava in tutta la Locride