di Redazione
SEMINARA – Nell’ambito del programma di escursioni 2014, denominato “Ricordi bizantini in cammino”, l’associazione escursionistica “Gente in Aspromonte”, domenica sarà a Seminara, per un itinerario naturalistico storico ad anello attraverso i sentieri di Sant’Elia e Filareto.
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Di seguito il programma dettagliato dell’escursione
Una semplice escursione nel caratteristico centro storico di Seminara, noto sia per le sue antichissime tradizioni in materia di produzione di ceramiche artistiche che la colloca ancora oggi fra i più rinomati centri Italiani in questo speciale settore e sia per i suoi numerosi palazzi storici. Notevole è il risultato ottenuto dall’aver piantato, tutto attorno all’abitato, delle piante di ulivo in modo disordinato: un una selva inestricabile di ulivi.
Come arrivare uscita autostrada Palmi e seguire indicazione Seminara
Raduno ore: 9.30 entrata Seminara
Partenza ore: 10.00
S. Elia e Filareto (Seminara)
Comune interessato: Seminara
Tempo: ore 4.30
Dislivello: 220slm 350
Difficoltà: T. Turistico
Seminara: secondo alcuni studiosi la città di Seminara ebbe origini tra il VI e il VII secolo da monaci basiliani che fuggivano dalla persecuzione dell’imperatore di Bisanzio. Acquistò importanza solo in seguito, quando vi si trasferirono gli abitanti di Taureana, distrutta dai Saraceni. Nella seconda decina del ‘500 la città visse la sua epoca d’oro, tanto da essere paragonata alle città rinascimentali della Toscana. Fu così che divenne meta di importanti pittori, scultori e letterati che lasciarono qui testimonianze del loro passaggio.
Descrizione Sentiero: L’escursione odierna più che da trekking vuole essere un’escursione culturale alla ricerca del patrimonio storico-artistico della città e del suo comprensorio.
Punto di partenza obbligato è quello della visita alla cosiddetta Chiesa Greca di rito ortodosso edificata tra il 2001 e il 2004. L’edificio sacro dedicato ai Santi Elia e Filarete ripropone la planimetria, l’articolazione architettonica e il linguaggio decorativo tipici delle strutture chiesastiche Bizantini Calabresi.
All’interno su pareti e soffitti si stende una ricca decorazione pittorica, che riproduce Santi della Chiesa Greca ed episodi della vita dei titolari, tra cui la scena del bagno penitenziale di S. Filarete nelle gelide acque del torrente che costeggia il monastero, in seguito al quale il monaco avrebbe trovato la morte.
Si prosegue con la visita agli Archi di Rosia (resti delle cinta murarie dell’antica cittadella) dove nei pressi è possibile ammirare la fontana di Rosia identificabile con una delle fontane site a ridosso delle mura urbiche rimaste in funzione dopo il terremoto del 1783.
La fontana conserva la sua veste settecentesca e alcune tracce degli affreschi che la ornavano: lo stemma di Carlo V e due santi basiliani, probabilmente i Santi Elia e Filarete.
Altro punto obbligato in un itinerario storico-artistico è il Santuario della Madonna dei Poveri . Distrutto dal sisma del 1783, fu riedificato intorno al 1790.
L’interno conserva numerose testimonianze artistiche, tra cui la preziosa statua lignea della Madonna dei Poveri ritrovata tra le rovine di Taureana, annerita dalle fiamme dell’ultimo saccheggio, è stata trasportata a Seminara nel 1010. La denominazione di Madonna dei Poveri le è stata attribuita poiché dopo vari tentativi delle più alte fasce della società e del clero, solo ai miseri la statua avrebbe concesso la facoltà di sollevarla.
Altra importante visita è quella della chiesa di San Marco Evangelista, ubicata a poca distanza dalla basilica. Sulle pareti ad unica navata si sviluppa una ricca decorazione in stucco. L’altare maggiore assembla elementi marmorei di varia provenienza, tra i quali spiccano due simboli, della fede e della speranza. L’opera d’arte più pregevole conservata nella chiesa è la nota Madonna degli Angeli, attribuita ad Antonello Gangini e databile al secondo decennio del ‘500.
Nel nostro itinerario non può mancare la visita ai forni per la lavorazione delle ceramiche artistiche e della terracotta vivacemente decorate.
Oggi le botteghe che ancora perpetuano, con una tenacia che non manca di stupire sono soltanto due, mentre le altre, hanno finito, inevitabilmente, per adeguarsi al progresso tecnologico e alle nuove tendenze del gusto, perdendo in parte quei connotati tipici che avevano reso per secoli i prodotti seminaresi inconfondibili tra i manufatti analoghi non solo calabresi.
L’itinerario si conclude con la visita del complesso delle grotte di S. Elia Speleota, con i resti del contiguo cenobio basiliano e delle fabbriche annesse (cantina, mulino, necropoli, palmento, etc.) risalenti al X secolo, rappresentanti, oggi, una delle più cospicue testimonianze archeologiche della grecità bizantina nella Calabria meridionale.