Il futuro dell’intrattenimento è nel gaming.
Almeno, questo è ciò che pensano gli intervistati che hanno partecipato alla ricerca condotta da BVA Doxa per conto di Samsung.
Un campione costituito da 1.000 ragazzi appartenenti alla Generazione Z, il 65% dei quali gioca ai videogame.
Da soli nel 46% dei casi e connessi con altri amici nel 44% dei restanti.
Il gaming è infatti visto dalla Generazione Z come strumento di socializzazione e il 43% afferma che la propria vita sociale è agevolata dalla tecnologia, quest’ultima vista come il nostro futuro dal 68% degli intervistati.
Il gaming non è quindi più percepito solamente come un gioco, ma come una vera e propria forma di socializzazione e condivisione: il senso di community in questo settore è generalmente molto forte, ma ancor più netto nelle fasce d’età più giovani.
In questo, fondamentali sono stati gli arricchimenti introdotti dall’innovazione tecnologica, che hanno migliorato gameplay, elementi audiovisivi e interazioni fra i personaggi.
E il passaggio successivo potrebbe essere compiuto dal metaverso, concetto di cui l’83% dei giovani afferma di aver sentito parlare, seppure solo un intervistato su tre sostenga di sapere cosa effettivamente sia e di conoscerne dinamiche e funzionamento.
È comunque il 53% dei giovani partecipanti allo studio a prevedere che le prime applicazioni del metaverso riguarderanno proprio il mondo dei giochi, che in effetti ha già mosso i primi passi all’interno di molteplici realtà virtuali decentrate.
Fortnite e Minecraft sono i titoli più conosciuti, ma esistono anche Decentraland e The Sandbox, veri e propri ambienti play to earn, in cui gli scambi di terreni ed oggetti sono pagati con le monete native del rispettivo metaverso o mediante NFT.
Parlando di elementi del Web 3.0, non si possono infatti tralasciare i Non Fungible Token, già adottati da parecchi brand di successo.
Primo su tutti Nike, che ha generato le entrate più alte, la maggior parte delle quali derivanti da royalties, un successo certamente dovuto alla scelta di acquisire la start up web3-native RTFKT e alla collaborazione instaurata con Roblox.
Passi giusti che hanno permesso alla multinazionale di unire a metaverso e gaming anche moda e arte – gli altri due settori individuati come applicazioni degli universi virtuali da parte degli intervistati per conto di Samsung -, aprendole un importante varco all’interno del Web 3.0.
E sono proprio gli elementi caratteristici di questa nuova versione di web ad avere i giusti requisiti per qualificarsi come strumenti del futuro e, come già avvenuto più volte in passato, anche stavolta è il gaming che fa da pioniere, lanciandosi all’avanscoperta.
Il gambling, in particolare, ha già presidiato metaversi originariamente nati con altri fini. Sia The Sandbox sia Decentraland ospitano casinò smaterializzati che riproducono però sensazioni reali, delineando un chiaro percorso per il futuro del settore, in cui diversi produttori di contenuti si stanno già lanciando, consapevoli che l’ideazione di titoli immersivi e l’introduzione di elementi come i NFT, combinate all’attuale sistema di conversione di lead rappresentato dalle promozioni, sarà la chiave del futuro successo del comparto.