R. & P.
Gentile Direttore,
Volentieri mi inserisco nel dibattito sulla possibile fusione tra Marina di Gioiosa Ionica e Gioiosa Ionica, aperto da Enrico Tarzia e proseguito da Vincenzo Tavernese e Daniele Albanese.
Si tratta di una discussione che, ciclicamente, ritorna, ma, ad oggi, purtroppo, non ha portato non solo a risultati, ma nemmeno ad iniziative di avvio concrete. Alcuni anni fa uno stesso dialogo venne ripreso da Maurizio Zavaglia e già allora, da Sindaco di Marina di Gioiosa Ionica, espressi la mia ferma condivisione.
Vorrei, anzitutto, riprendendo alcuni spunti offerti da Tarzia e Tavernese, fare un passo indietro e tornare ai giorni della nascita dell’Unione dei Comuni Valle del Torbido. Infatti, per come è stato osservato, fusione delle due Gioiosa e Unione dei Comuni non sono affatto in contrasto o in contraddizione. Anzi, la fusione porterebbe a rafforzare l’Unione, che, mi sia consentito ribadirlo, rappresenta una delle più lungimiranti intuizioni politiche degli ultimi decenni nella Locride e non solo.
L’Amministrazione da me guidata fu protagonista di quella iniziativa, che portò, nel giro di non moltissimo tempo, alla creazione di un Ente, unico nella provincia di Reggio Calabria, che mette insieme Mammola, Marina di Gioiosa Ionica, Gioiosa Ionica, Martone, Grotteria e San Giovanni di Gerace, una comunità di circa ventimila abitanti. La primissima riunione tra i sindaci, che diede il via libera al progetto, si tenne proprio a Marina di Gioiosa Ionica, qualche ora prima della seduta di insediamento del Consiglio Comunale, scaturito dalle elezioni del novembre 2013. Da allora tanto è stato fatto e detto. Molti errori commessi e alcune cose non sono andate nella direzione auspicata, specie in termini di consolidamento di quella interessante visione. Di ciò, com’è evidente, non posso non assumermi una parte di responsabilità. Tuttavia, oggi, pare che il motore abbia ripreso a muoversi, purtroppo non con la dovuta speditezza, specie per alcuni freni frapposti dagli apparati amministrativi.
Le ragioni appena espresse depongono a favore di una accelerazione del processo finalizzato alla fusione delle due Gioiosa. Solo questo scatto in avanti, coraggioso e lungimirante, consentirebbe di consolidare e accrescere l’incisività e il prestigio dell’Unione e dell’intera Locride, specie nel contesto di una Città Metropolitana ancora fortemente ripiegata sulla città capoluogo.
I vantaggi, dal punto di vista culturale, politico, economico, amministrativo e sociale sono stati ampiamente esposti e sarebbe ridondante ritornarci.
Mi preme, dunque, formulare alcune proposte, affinché questo dibattito non rimanga un puro esercizio retorico.
Anzitutto, un appello a tutti noi cittadini: organizziamoci, incontriamoci, parliamoci, confrontiamoci. Predisponiamo una pista di lavoro, la più articolata e condivisa possibile e facciamola diventare il manifesto unitario della proposta di fusione. Certo, il percorso non sarà breve e nemmeno agile. Non mancheranno le spinte isolazioniste e centripete. Dobbiamo, tuttavia, innescare la marcia, uscendo dalle colonne dei giornali e radunandoci. Questa è l’unica proposta di futuro per la quale vale veramente la pena spendersi. Possiamo fare i migliori piani di programmazione urbanistica che si conoscono, ma senza una prospettiva di lunga gittata, quale è la fusione, saranno destinati a fallire nel piccolo cabotaggio.
Accanto alla indispensabile necessità che la spinta provenga dal basso, ritengo che anche le Amministrazioni comunali non possano essere esentate da un fattivo coinvolgimento, in termini di discussione e approfondimento della questione.
Il secondo appello, allora, mi permetto di lanciarlo alle due Amministrazioni Comunali. Così come è stato per la nascita dell’Unione, individuiamo un luogo iconico del territorio delle due Gioiosa e in quella sede teniamo una riunione, aperta e partecipata, dei consigli comunali, in seduta congiunta. Formalizziamo, attraverso la massima espressione di rappresentanza civica, quello che stiamo facendo.
Domenico Vestito