di Francesca Cusumano
REGGIO CALABRIA – Il 20 gennaio scorso è uscito il loro primo album “L’Oro del Precipizio”, i cui sette brani contenuti, raccontano “di vita vissuta, della percezione dell’instabilità, della fermezza di ogni passo, anche quello più leggero, che tutti noi ogni giorno siamo chiamati a compiere”.
Stiamo parlando della band “Plastic Farm Animals”, composta da Domenico Sofia al basso, Gianni Cusumano alla chitarra, Paolo Verduci alla batteria e Francesco Villari alla voce, quattro componenti che insieme, creano un mix di sonorità travolgenti, nude e graffianti, come Rock, Punk e Noise.
Lente Locale li ha incontrati, dopo l’ultimo concerto tenutosi alla Palestra Lupo di Catania, proprio in occasione del loro primo progetto discografico e dei prossimi impegni futuri.
Un basso, una chitarra, una batteria, una voce, un sodalizio artistico il vostro che comincia nel novembre del 2019. Ecco, come nasce l’idea di fondere quattro diverse personalità ma soprattutto come nascono i “Plastic Farm Animals”?
Qualcuno dice che “esiste un Fattore Superiore”. Nel nostro caso, data la scelta del nome della band, sarebbe anche una spiegazione facile, comoda, ci viene da dire “indolore”. La band in realtà nasce dalla necessità delle persone che siamo, di continuare ad esprimersi attraverso la musica, come ognuno di noi prova a fare da più di vent’anni.
Uno degli aspetti che desta una particolare curiosità, si riferisce ad una vostra dichiarazione, relativa proprio la formazione della band, ovvero che “L’idea di partenza non verrà mai svelata”. Che cosa vi spinge a mantenere questa sorta di “incognita”?
Chissà, forse è un gioco concettuale messo lì solo per incuriosire chi la legge. O magari serve per stimolare noi a cercare sempre un motivo nuovo per essere certi che l’idea di far nascere i Plastic Farm Animals, era la cosa più giusta da fare in quel momento delle nostre vite. Chissà… ora che ci stiamo ragionando assieme, ce lo chiediamo pure noi.
Rock, Punk, Noise, rappresentano i generi ai quali vi ispirate. Qual è il filo conduttore che vi lega a questa scelta e da cosa scaturisce la vostra creatività o meglio, attingete da esperienze extramusicali per sviluppare un brano?
Sembrerà scontato dire che nella nostra musica confluiscono tutti i nostri ascolti e tutte le esperienze che ci hanno reso le persone che siamo, ma è esattamente questa la dinamica. Ci divertiamo ancora molto a metterci in gioco, provare ad esplorare nuovi risvolti della nostra idea musicale, come la scelta di determinati suoni e quella della lingua italiana. Per forza di cose, nei brani c’è dentro tutto, un frullato del tutto per come riusiamo ad elaborarlo nel momento in cui siamo in sala e lasciamo che il brano si faccia largo nelle nostre teste, provando a dargli una mano quando lo vediamo zoppicare.
Il 20 gennaio è uscito il vostro primo album “L’Oro del Precipizio”, anticipato il 20 dicembre scorso dal videoclip del singolo “Diluvio Universale”, un album disponibile su tutte le piattaforme digitali e a breve anche in formato fisico. Cosa racconta questo progetto? Che tipo di messaggio intende lanciare?
Da un 20 all’altro a cavallo tra i due anni, è stato un mese intenso. Per l’uscita del videoclip di “Diluvio Universale” dobbiamo ringraziare N2 Video Production e la collaborazione con l’amico regista Mauro Nigro, che ha curato assieme a noi anche il soggetto. In merito ai brani contenuti nel disco non crediamo ci sia una volontà di lanciare messaggi, crediamo ci sia voglia di raccontarci e condividere alcuni aspetti nelle nostre vite nel modo più naturale possibile. Abbiamo lavorato all’album in un periodo strano per tutti. La scelta del titolo “L’Oro del Precipizio” passa anche dal senso di instabilità, di provvisorietà delle cose, che ognuno di noi ha sempre e solo sentito come “ipotesi” ma che poi, in concreto, ha assunto risvolti inimmaginabili. Siamo provvisori, siamo instabili, siamo capaci di fare tutto esattamente tanto quanto siamo capaci di non fare niente. Sta a noi capire chi siamo, cosa pretendiamo da noi come persone e da noi come facenti parte di un contesto sociale che ci circonda e del quale non possiamo non tener conto, a meno di scelte drastiche che prevedano la fuga dallo stato di cose per come sono. Cambiare orizzonti, cambiare aria, “cambiare” è un’altra parola che ci fa tornare al discorso della provvisorietà. Anche perché se non ricordiamo male, l’Uomo nasce nomade.
Ad affiancarvi in questo percorso, è Overdrive, un’etichetta discografica e distribuzione indipendente con sede a Milano…
La collaborazione con Overdrive ha radici profonde. Per noi è un piacere poterci confrontare con dei compagni di lavoro come tutti i ragazzi dello staff di Overdrive, calabresi anche loro, che da anni supportano la scena della musica indipendente con uscite veramente interessanti. Per dire solo delle ultime, vi invitiamo ad ascoltare i nuovi dischi dei Robox e degli Hyperwülff.
I vostri impegni futuri? Date live in programma?
Certamente l’idea è quella di suonare il più possibile. I prossimi appuntamenti già definiti sono quelli del 18 febbraio alle Officine Balena di Palmi (RC) e del 23 alla Fabbrica di Crotone, poi giorno 11 marzo al Morrison di Sellia Marina (CZ). Tanto altro è in definizione, compreso un tour ad aprile che partirà da Prinz Zaum a Bari. Siamo al lavoro e speriamo di poter annunciare presto tutti i dettagli. E ovviamente, nel frattempo, continuiamo a buttar giù qualche nuova idea in sala prove.
DI SEGUITO IL VIDEOCLIP DEL SINGOLO “DILUVIO UNIVERSALE”: