di Simona Masciaga
Un’ opera classica ma del tutto innovativa, surreale e chiaramente provocatoria dove si sottolinea come l uomo sia una marionetta nelle mani della sete di potere ed indossi la maschera della determinazione e disumanità, contravvenendo ai valori umani per raggiungere i propri obiettivi. Teste mozzate della rivoluzione francese fino ai grandi dittatori del tempo contemporaneo: Franco, Hitler, Mussolini, Pinochet e poi, le grandi rivoluzioni economiche e sociali dei giorni più recenti di questa nostra storia. Ma, è normale chiedersi cosa possa unire ciò con l’opera buffa di Gioacchino Rossini.
Orbene, si! La tirannide di don Bartolo che, ad ogni costo vorrebbe imporsi su Rosina per ottenere sia la sua dote che lei stessa. Rosina, che è innamorata del conte di Almaviva, si ribella e diventa la vera protagonista dell’ opera:ne domina la scena dall’ inizio alla fine surclassando la figura di Figaro che, volutamente o no, da parte del regista, passa in secondo piano.
Scenografie miste ripercorrono un quadro storico mescolando l’opera tradizionale in chiave completamente diversa; costumi stupendi che vanno dalle livree del 700 fino alle minigonne strepitose degli anni 70 e raggiungono il 2000 con griffe e telefonino in mano.
L’aria è cupa, quasi tetra: colori dominanti nero, bianco e grigio atti a porre in riflessione il pubblico su ciò che accadde e sta per accadere nel mondo. Un ratto che attraversa il palcoscenico all’inizio e fine di ogni atto…non sappiamo se è per ricordare che alla prima del 1816 il palcoscenico fu attraversato casualmente da un gatto nero ( e fu un fiasco) o se il ratto, simbolo di sporcizia, bassezza, ribrezzo, voglia rappresentare come gli uomini di infimo grado morale, riescano a dominare il mondo senza scrupoli di coscienza.
Scene che fanno ricordare anche le comiche di Stanlio e Ollio, Baston Keaton, Otto e mezzo di Fellini, difficili da riprodurre sul palco senza l ausilio della telecamera e della cinematografia: qui l’ingegno e l’intelligenza di Livermore.Un finale lieto ovviamente, ma caotico tipo festa di Halloween all’Ikea con tanto di selfie tipo dei giorni nostri.
Opera dalla regia discussa da noi attempati ma molto molto apprezzata dai giovani e ne abbiamo avuto conferma intervistando qualche giovane presente in sala.
Ringraziamo di cuore la Diano Viaggi di Siderno: i fratelli Antonio e Marisa Muia’ che impeccabilmente hanno saputo organizzare il viaggio arricchendolo con visita guidata di Bari di alta qualità, ricettività di classe e gusto, impeccabile nella gestione aggiungendo simpatia, divertimento ed eleganza al nostro percorso.