RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
L’Enpa aderisce alla manifestazione nazionale in programma il 15 settembre a Roma, con inizio alle 10.30, davanti al Ministero dell’Ambiente; l’iniziativa è stata organizzata con l’obiettivo di dare voce all’indignazione per l’uccisione di Daniza e di chiedere le dimissioni dei vertici ministeriali. L’Enpa torna a sottolineare come il sequestro e la gestione dei cuccioli rappresentino in questo momento la priorità, alla quale il Ministero dell’Ambiente deve dare risposte valide ed esaustive.
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«La responsabilità dell’animalicidio di Daniza, questo è il termine giusto, è certamente della Provincia di Trento, ma anche del Ministero dell’Ambiente che evidentemente non riesce ad adempiere le sue prerogative istituzionali, in primis la tutela della biodiversità e la protezione degli animali. Ma le responsabilità sono a più livelli, e in particolar modo degli organi tecnici e scientifici dello stesso Ministero, vale a dire di coloro quali, pur avendo le competenze necessarie a gestire situazioni di questo tipo, in risposta ad altre istanze e ad altre pressioni, non hanno saputo né garantire l’incolumità né agire per la tutela di Daniza e dei cuccioli, autorizzando una cattura inutile e ingiustificabile da ogni punto di vista, dal momento che il comportamento dell’orsa era del tutto normale. Costoro, in quanto corresponsabili, devono dimettersi al più presto perché, altrimenti, a prescindere dai Ministri, ci si ritroverà sempre al punto di partenza.»
L’Enpa sottolinea come le proteste, da parte di tutti i cittadini italiani e non solo animalisti, hanno avuto una seria ripercussione sull’immagine del nostro Paese. «Sulla pagina Facebook di Enpa uno dei post dedicato a Daniza è stato visto da oltre 2.660.000 persone – prosegue la Protezione Animali -. Moltissime persone continuano a partecipare al mail bombing promosso dall’Enpa proprio attraverso Facebook e a sottoscrivere la petizione per chiedere la dimissione dei vertici del Ministero. Un segnale forte e importante che non può essere certamente ignorato dalle istituzioni, né a livello di amministrazione centrale né a livello locale.»