R. & P.
Forte e sentita, la partecipazione di una delegazione di ragazzi del Liceo Scientifico Zaleuco di Locri, guidato dal dirigente scolastico Carmela Rita Serafino, alla commemorazione, svoltasi a San Luca, per ricordare il brigadiere dei Carabinieri Carmine Tripodi, barbaramente ucciso dalla mafia il 6 febbraio 1985.
Gli alunni Vottari Giuseppe (V A), Aiossa Irene (V B), Giampaolo Stefano (IV C), Iurato Gianluca (IV F) e Pelle Syria (IV F), accompagnati dalla professoressa Monica Scoleri, hanno assistito a tutta la cerimonia, magistralmente organizzata per l’occasione, insieme a rappresentanze di altre scuole.
Il tutto è iniziato presso la località Ponte Cucuzza di San Luca, con la resa degli onori e la deposizione di una corona presso il monumento in memoria della vittima.
A seguire la funzione religiosa, nella Chiesa di Santa Maria della Pietà, officiata dal cappellano militare don Aldo Ripepi, alla presenza delle autorità civili, militari e giudiziarie del distretto reggino e del circondario di Locri.
Dopo la messa c’è stata la deposizione di una corona presso il monumento “Brig. M.O.V.M Carmine Tripodi” nell’omonima piazza di San Luca.
Ricordare, per non dimenticare un valoroso servitore dello Stato, fino alla fine.
Fu fortemente impegnato, con grande determinazione e grande professionalità, ad arginare l’ondata dei sequestri di persona sui crinali dell’Aspromonte, riuscendo ad assicurare alla giustizia i rapitori dell’ingegnere napoletano Carlo De Feo, tenuto prigioniero per 395 giorni sulle montagne reggine.
La sera del 6 febbraio 1985, mentre si stava recando presso la caserma della Compagnia Carabinieri di Bianco, subì in località Cucuzza, un agguato ad opera di tre malviventi, che spararono diversi colpi di lupara verso l’auto, colpendo mortalmente il militare.
Il brigadiere Tripodi, seppure ferito a morte, riuscì a sparare alcuni colpi con la pistola d’ordinanza e a ferire uno dei malviventi.
Il 5 giugno 1986, in occasione della Festa dell’Arma dei Carabinieri, celebrata a Roma, il presidente della Repubblica Francesco Cossiga conferì, alla memoria del brigadiere Carmine Tripodi, la “Medaglia d’Oro al Valor Militare”.
Sicuramente, per i ragazzi del Liceo Zaleuco, è stata una eccelsa lezione di legalità, che, però, non merita di rimanere solo il ricordo di un atto valoroso, passato agli annali della storia del nostro Paese, ma un’ulteriore occasione, per cambiare il futuro, per strappare un altro orrido pezzo alla criminalità organizzata e toglierle terreno fertile.
E, quando sentiamo di un arresto eccellente, la nostra mente vada a tutti coloro che hanno costruito, con la loro vita, la strada verso il cambiamento.
Sta alle nuove generazioni terminare la strada e rafforzarla con i loro buoni propositi e creare quello straordinario ponte di passaggio dalla prepotenza illegale e gratuita ad una società libera dalla violenza, aperta al dialogo e al confronto.
“Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana” (Giovanni Falcone).