R. & P.
In merito all’inchiesta aperta dalla Procura di Crotone sul naufragio degli immigrati, auspichiamo si possa portare alla luce non solo quelle che sono le organizzazioni criminali che allestiscono i barconi la partenza, in questo caso turche, ma anche quelle ramificazioni che per forza di cose devono esserci sul suolo italiano.
Non possiamo credere che gli unici responsabili siano gli scafisti insieme a chi organizza sul suolo di partenza questa tratta di essere umani.
Questo perché la cifra pagata di otto mila euro da ogni migrante, non può davvero essere intascato solo dagli scafisti ma è ovvio che serve per tutto un indotto qui in Italia riservato al business dell’accoglienza.
Bene ha fatto a nostro avviso il gip Michele Ciociola, a convalidare il fermo dei due scafisti e noi di Exit ci auguriamo si giunga ad una verità a 360 gradi e che possa dare giustizia a questi essere umani ingannati e guidati verso una fine tragica e disumana.
Rimaniamo poi perplessi e ci domandiamo come sia possibile che su migliaia e migliaia di chilometri in mare aperto attraversati dal barcone, non vi siano stati alcuni controlli su di un tragitto che invece dovrebbe essere presidiato proprio per la sua importanza strategica di contatto tra due continenti.
I Blocchi navali promessi dal partito di maggioranza al governo, Fratelli d’Italia, si sono trasformati in richieste di aiuto a quella stessa Unione Europea che sappiamo benissimo non abbia alcuna capacità e volontà di impegnarsi su tale fronte. Auspichiamo adesso che almeno la magistratura faccia piena luce di tale tragedia. Quelle bare, specie le bianche, messe in fila, segnano l’orrore più grande del quale si è attraversati.
Exit Calabria