di Antonella Scabellone
La Corte di Cassazione ha confermato in toto la condanna a sette anni di reclusione, pronunciata dalla Corte d’appello di Reggio Calabria nel luglio dello scorso anno, nei confronti di un uomo, originario del Marocco, e residente a Marina di Gioiosa Jonica, accusato di violenza sessuale, lesioni e maltrattamenti ai danni della moglie.
La Corte, rigettando il ricorso dell’imputato, ha confermato in toto le richieste della parte civile, già accolte dalla sentenza di appello, senza alcun sconto di pena nei riguardi dell’uomo, colpevole di aver commesso reati molto gravi oggi contemplati dal Codice rosso.
Piena soddisfazione è stata espressa dall’avv Caterina Origlia, penalista del foro di Locri, difensore di parte civile, per la quale “e’ emblematico che questa sentenza arrivi proprio l’8 marzo, in occasione della Festa della donna; i giudici, fin dal primo grado di giudizio, iniziato presso il Tribunale di Locri, hanno dimostrato sensibilità per le donne vittime di violenze e giusta applicazione della legge in materia”.
È stato un processo molto delicato – ha aggiunto l’avv. Origlia anche in qualità di responsabile dello Sportello Antiviolenza presso il Comune di Siderno – perché si è trattato di un caso emblematico di “Codice rosso” con tutte le complessità psicologiche che emergono in queste circostanze. Ritengo che sia necessario proseguire con attività di informazione e sensibilizzazione verso queste problematiche, per rendere consapevoli le vittime sull’importanza della denuncia, perché oggi ci sono strumenti che aiutano e sostengono le persone offese assicurando la massima tutela e riservatezza».