di Associazione politico culturale “Roccella Bene Comune”
ROCCELLA IONICA – Qualche giorno dopo la tragedia di Steccato di Cutro, quando ancora si stava compiendo la pietosa opera di recupero dei corpi in mare dei migranti annegati, il sindaco di Roccella Jonica, riferendosi ad uno sbarco avvenuto tre mesi fa al Porto delle Grazie, dichiarava: 《Oggi Splendore ha 15 mesi, vive con la sua famiglia in Germania grazie a 5 uomini della Guardia Costiera che la salvarono assieme ad altri 240 migranti qui a Roccella, con mare grosso》.
Parole che sanno di “confronto” tra Roccella e Cutro. Propaganda che pare voglia dire: a Roccella anche con il mare grosso li salviamo!!! Alcuni giorni fa, un grosso peschereccio con a bordo 650 migranti, riusciva a sfuggire a tutti i controlli, dalla Libia fin dentro al Porto delle Grazie di Roccella, andando a finire la corsa contro un altro barcone presente nel nostro Porto. Quelle insensate dichiarazioni, a distanza di un mese, si sono rivoltate contro chi le aveva pronunciate: solo il mare calmo ha evitato un’altra tragedia anche nelle “secche” di Roccella. Siamo davvero sconcertati dalle parole del sindaco che per mera propaganda cavalca l’onda emozionale suscitata dalla tragedia di Cutro per intestarsi primati e virtù salvifiche.
E’ senz’altro vero che, grazie allo spirito di abnegazione e all’alto senso del dovere degli uomini della Capitaneria di Porto, a Roccella sono stati salvati dal mare migliaia di migranti, che poi sono stati assistiti a terra con altrettanto spirito di sacrificio dai volontari della Croce Rossa Italiana e dai volontari delle organizzazioni cattoliche e laiche, ma questo avviene anche negli approdi di Lampedusa e in ogni porto della Sicilia, della Calabria o del resto d’Italia dove si verificano gli sbarchi dei migranti.
Per questo le dichiarazioni del sindaco, in quel momento, davanti alle decine di morti annegati, sono state assolutamente fuori luogo ed indice di una scarsa sensibilità. Sappiamo che ogni imbarcazione che naviga nei nostri mari può essere intercettata attraverso i sistemi di controllo elettronici e non, ma sappiamo anche che i trafficanti di morte sono scaltri, il loro scopo è non essere individuati; conoscono le rotte e gli orari in cui possono percorrerle per sfuggire ai controlli. Così è accaduto anche a Roccella Jonica. Sarebbe meglio, pertanto, che il sindaco, prima di mettere le mani sulla tastiera o sedersi ai tavoli dei convegni sui migranti, si informasse in modo compiuto su come si sviluppano le dinamiche in mare, evitando dichiarazioni che finiscono per apparire ciniche e manifestano logiche da primato che offendono altre Comunità ed atri professionisti che in altri luoghi mettono a rischio ogni giorno la loro vita per salvare quella degli altri.
Il sindaco farebbe bene, invece, a preoccuparsi in modo serio delle precarie condizioni delle strutture in cui vengono “accolti” i migranti a Roccella Ionica. Infatti, nonostante sia da ben 23 anni che avvengono a Roccella gli sbarchi, in questi quasi 5 lustri non si è fatto nulla per realizzare una struttura dignitosa per l’accoglienza, anzi si è stati capaci prima di snaturare l’Ospedaletto trasformandolo da Polo sanitario d’eccellenza in ricovero degradato e ora di sistemare i migranti in una tensostruttura che può contenere (non diciamo ospitare!!!) solo qualche centinaio di persone, con scarsi servizi igienici e priva di condizioni esistenziali minime. La verità è che l’amministrazione comunale di Roccella Ionica non ha mai sviluppato alcun organico pensiero politico amministrativo in ordine alle tematiche dell’immigrazione e dell’accoglienza ma ha sempre operato con la mera logica dell’estemporaneità e dell’emergenza. Quello che è accaduto a Cutro, si è rischiato accadesse anche a Roccella, per cui mai più “confronti” su chi è più bravo, qui si tratta della vita o della morte di donne, uomini, bambini. Occorre che ci concentriamo tutti, senza troppi proclami, a salvare i nostri fratelli costretti a lunghe e stremanti traversate in mare. Dobbiamo insistere nei confronti delle Istituzioni centrali affinché si intraprendano le iniziative necessarie per fermare i trafficanti di morte che lucrano sulla povera gente, creando, invece, corridoi umanitari che possano fare arrivare in Europa le persone che scappano dalle guerre e dalle persecuzioni.