di Gianluca Albanese
SIDERNO – Il movimento “Siderno 2030”, rappresentato nel civico consesso dai consiglieri Domenico Sorace, Stefano Archinà e Massimo Diano, torna a sollevare la questione delle presunte incongruenze relative agli avvisi di accertamento esecutivi riferiti all’imposta TARI per gli anni 2019/2020/2021/2022, che il Comune di Siderno sta inviando ai cittadini in questi giorni “pretendendo in molti casi – scrive il movimento in una nota – anche il pagamento congiunto di più periodi. Gli avvisi in questione, oltre al pagamento del tributo, risultano quasi sempre maggiorati da sanzioni per omessa infedele denuncia anche quando – prosegue la nota – i cittadini avevano già puntualmente fatto fronte al versamento degli importi che l’Ufficio Tributi aveva annualmente richiesto a saldo o in acconto. Constatiamo ancora che gli stessi avvisi, notificati a mezzo servizio postale, continuano ad essere privi della indispensabile “attestazione di conformità all’originale digitale””. Una lacuna, quest’ultima, che i rappresentanti di “Siderno2030” hanno già rilevato in consiglio comunale, sottolineando come l’assenza di tale requisito, se impugnato dai soggetti interessati davanti alla Corte di Giustizia Tributaria, possa costituire motivo di dichiarazione di nullità dell’avviso di accertamento.
“E ciò – spiegano dal movimento presieduto da Paola Albanese – in quanto tale omissione non consente al destinatario del provvedimento di avere la certezza che il documento ricevuto sia uguale all’originale informatico elaborato dall’Ufficio, per come già sentenziato da diverse Commissioni Tributarie Provinciali e dalla stessa Corte di Cassazione”.
Dunque, ancora una volta, il movimento stigmatizza la condotta che “stanno dimostrando – è scritto ancora nella nota stampa – l’Ufficio Tributi e la Creset Spa, (società che ormai da 3 anni avrebbe dovuto effettuare la bonifica della banca dati tributaria) nei confronti dei cittadini sidernesi evidentemente considerati alla stregua di bancomat. Un Comune amico del cittadino – aggiungono Antonella Avellis e compagni – avrebbe agito diversamente. Dapprima lo avrebbe convocato e definito in contraddittorio eventuali discordanze delle consistenze immobiliari, avrebbe poi aggiornato in modo definitivo la propria banca dati e solo dopo avrebbe emesso avviso di pagamento per un solo anno per volta, anche perché i periodi adesso richiesti non incorrono, nell’immediato, nel rischio di essere prescritti. Confermiamo ancora una volta – aggiungono – che a nostro avviso i cittadini sono tenuti a pagare i tributi per consentire all’Ente di disporre delle entrate necessarie per gestire i servizi comunali ma, nel contempo, diciamo che i cittadini debbano essere messi nelle condizioni di pagare quello che è effettivamente dovuto, con cadenza periodica e – conclude la nota – senza concentrazione di pretese creditorie pluriennali e contestualmente per tributi differenti”.