di Antonella Scabellone
REGGIO CALABRIA- Sei anni di reclusione per l’ex sindaco di San Luca, Sebastiano Giorgi. E’ questa la richiesta che il pm della DDA Francesco Tedesco ha formulato ieri nel corso giudizio abbreviato del processo denominato “Inganno” a carico dell’ex primo cittadino che ha amministrato il comune aspromontano dal 2008 al 2013.
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Insieme a Giorgi in manette finirono, nel dicembre del 2013, anche altre cinque persone tra cui Rosy Canale, fondatrice e presidente del movimento “Donne di San Luca” , e l’ex assessore all’ ambiente di quel comune, Francesco Murdaca.
Per gli investigatori, l’ex sindaco Giorgi e il suo assessore (per Murdaca la richiesta di condanna è stata di 4 anni e 8 mesi di carcere), che rispondono di concorso esterno in associazione mafiosa, avrebbero favorito l’infiltrazione della ‘ndrangheta nel comune di San Luca in un’illecita gestione della cosa pubblica che, lungi dal perseguire il bene comune, avrebbe avuto al centro di tutto l’interesse particolare dei singoli. L’ex sindaco, in particolare, secondo la DDA, avrebbe asservito l’attività amministrativa ai voleri della criminalità organizzata, soprattutto in materia di appalti e lavori pubblici.
Sei anni e otto mesi di carcere sono stati chiesti invece dal Pm Tedesco per Francesco Strangio, imprenditore meglio noto come “Ciccio Boutique”.
L’unica assoluzione è stata quella formulata per Giuseppe Cosmo caduto sotto la lente di ingrandimento degli investigatori in quanto titolare dell’omonima impresa edile aggiudicatrice di rilevanti appalti pubblici quali la realizzazione della rete di metanizzazione del Comune di San Luca.
Di truffa e malversazione dovrà rispondere invece il prossimo 16 ottobre davanti ai giudici del Tribunale di Locri Rosy Canale “simbolo” antimafia e coordinatrice del “Movimento delle donne di San Luca”.
La Canale è accusata di aver utilizzato parte dei finanziamenti elargiti dal Ministero della Gioventù, dalla Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria, dall’Ufficio Territoriale del Governo di Reggio Calabria e dalla Fondazione “Enel Cuore”, da impiegare per la gestione – da parte del “Movimento delle Donne di San Luca” – di un bene confiscato alla cosca Pelle alias “Gambazza” di San Luca, destinato a ludoteca, per finalità esclusivamente private, tra cui l’acquisto di un’autovettura e mobili e di arredamento per la propria abitazione.