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LOCRI – “Ciak, un processo simulato per evitare un vero processo”. Il copione messo in scena, “la maschera”, ha affrontato il delicato tema del bullismo, del cyberbullismo e del razzismo tra gli adolescenti e descrive una tipologia comportamentale dualistica, a volte presente in alcuni adolescenti: seri, affidabili e rispettosi delle regole all’interno dei una comunità visibile (casa e scuola), mentre nel contesto delle loro frequentazioni si trasformano in cinici prevaricatori e in protagonisti di episodi di discriminazione razziale nei confronti dei loro coetanei, indossando dunque una maschera che merita riflessione, oltre che allarme sociale sanzioni giuridiche.
I ragazzi si sono calati egregiamente nelle parti rivestite di giudici, avvocati, imputati, ecc…. dimostrando di riflettere e cogliere a fondo le conseguenze deleterie dell’uso distorto degli attuali mezzi di comunicazione.
Messo in scena dagli alunni delle terze (e alcuni di seconda) della scuola media Maresca di Locri, coordinati dalle prof.sse Giovanna Triunveri e Giovanna Carpentieri, con l’ausilio degli Avv.ti Anna Cavallaro e Giuseppe Spadaro. Quest’ultimo fa parte dell’associazione Centro studi Zaleuco, che ha messo a disposizione le toghe per i ragazzi. Il componente del direttivo avv. Alfredo Arcorace ha portato i saluti dell’associazione, sempre vicina al mondo della scuola. Erano presenti alcune delle coordinatrici e ideatrice del progetto, dr.ssa Mallamaci e Dr.ssa D’Alessandro, giudici onorari del Tribunale per i minorenni di Catanzaro. È intervenuta anche la dr.ssa Rosa Maria Pantano, sostituito procuratore della repubblica presso il Tribunale di Locri che si è complimentata con i ragazzi per la loro performance e li ha incoraggiati a scegliere sempre la via della legalità.