«Su tutta questa vicenda noi non abbiamo veramente capito nulla. Credo non sia cambiato molto, i nostri bimbi possono ancora usufruire dei servizi del nido e a noi sinceramente importa solo questo, poi se ci sarà una nuova gestione fatta interamente dal Comune o da un privato a noi poco interessa». Sono le parole di una mamma all’entrata dell’asilo nido comunale di Roccella Jonica, lei che vuole restare nell’anonimato, senza neppure dirci come si chiama, ci avvicina, chiedendoci cosa accadrà alla struttura. E sì, perché il nido di Roccella Jonica, pare avesse davvero i giorni contati. Dopo l’ultima proroga del trenta settembre, le sorti del nido comunale sembravano poco chiare. I costi di gestione, di mantenimento, erano diventati un po’ troppi per essere sostenuti interamente dal Comune e probabilmente, queste le principali motivazioni, in una riunione di giunta si era dato mandato all’area delle Politiche Sociali, per ricercare delle formule alternative di erogazione del servizio, senza creare alcun disagio alle tante famiglie che portano ogni mattina i loro piccini nella struttura. Ma quali sono le novità dunque? Gli amministratori comunali ci informano che sarà riconsiderato l’assetto della convenzione in modo che i costi ordinari, come ad esempio il consumo della fornitura elettrica, della fornitura del gas, graveranno sui bilanci di chi gestisce l’asilo nido. Da verificare inoltre, se i vari livelli tariffari saranno suscettibili di modifica oppure rimarranno invariati, nel frattempo il Comune provvederà a ristabilire il valore patrimoniale della stessa struttura, fattore propedeutico alla stipula della nuova convenzione, che dovrà però essere messa ai voti durante il consiglio comunale, che dovrebbe svolgersi entro la metà di ottobre. «Una cosa è certa – interviene un’altra mamma con voce severa – noi non vogliamo pagare neppure un centesimo in più di quello che paghiamo oggi, non possono aumentare le mensilità, a loro piacimento. Pretendiamo lo stesso servizio, senza che la tariffa sia modificata. Noi non riusciamo ad arrivare a metà mese, i nostri amministratori devono iniziare a capirlo».
SIMONA ANSANI