REGGIO CALABRIA- “Condivido pienamente le preoccupazioni sollevate dai rappresentanti dei Consorzi di Bonifica calabresi circa il progetto di riforma, a carattere fortemente accentrativo, proposto dalla Regione Calabria e dal presidente Occhiuto. Non è certo una questione di campanile, che non appartiene al nostro modo di intendere la politica come attività di servizio nei confronti della comunità e come strumento per migliorare la vita quotidiana delle persone, ma l’accorpamento proposto dalla Cittadella, rischia di produrre pericolosi vulnus amministrativi e pesanti disfunzionalità gestionali che finirebbero per determinare una grave battuta d’arresto per un settore strategico nelle dinamiche dello sviluppo calabrese”.
Così in una nota il sindaco facente funzioni del Comune di Reggio Calabria, Paolo Brunetti interviene nel dibattito generato dopo l’assemblea generale tenutasi nei giorni scorsi a Palazzo Alvaro.
“Il progetto di accorpamento degli attuali undici organismi in un unico centro regionale – aggiunge Brunetti – produrrebbe infatti un allontanamento sostanziale dalle istanze territoriali che la Calabria, ma soprattutto i calabresi, non possono in alcun modo permettersi, specie in un ambito nevralgico come quello della difesa del suolo, del contrasto ai fenomeni di dissesto idrogeologico e della gestione del patrimonio idrico che in Calabria costituisce un asset strategico spesso salito agli onori della cronaca per la necessità di implementare strumenti e risorse a disposizione”.
“Se qualcosa non funziona – ha aggiunto Brunetti – in una delle strutture ad oggi presenti, è chiaro che va sistemato, ma non possiamo gettare via il bambino con l’acqua sporca mortificando il brillante lavoro promosso in questi anni dalle autorità territoriali, come ad esempio quella del Basso Jonio reggino, efficacemente governata dal presidente Giandomenico Caridi, che intendo ringraziare per aver promosso questa battaglia di merito e per aver coinvolto, ben al di là di ogni appartenenza politica, esponenti politici, sindacali ed istituzioni territoriali, che si sono espressi in maniera unanime ed in modo del tutto univoco contro la riforma regionale”.