LOCRI – Con l’avvento del nuovo anno, i problemi per il presidio ospedaliero di Locri sembrano non volersi arrestare: ancora una volta, (lo avevamo già segnalato prima della fine dell’anno appena trascorso), si parla di contratti a tempo determinato, di precarietà; una situazione di estremo disagio che i medici del nosocomio locrese vivono ogni anno puntualmente alla scadenza del proprio contratto, fino a quando non ricevono comunicazione di un ulteriore rinnovo del loro esercizio.
A rincarare la dose di questi primi giorni del 2013, è la disparità di trattamento salariale che ha coinvolto per l’appunto i medici precari, dopo il rinnovo contrattuale ad opera dell’Atto aziendale, il quale ha previsto non un contratto a tempo determinato annuale, bensì si tratta di un rinnovo a metà o meglio di un rinnovo che si protrarrà fino al 31 luglio. Ebbene sì, tutti i contratti dell’Azienda sanitaria provinciale, sono stati rinnovati solo per 7 mesi, tanto che si vocifera che l’origine di tale responso derivi dal ruolo che hanno all’interno dell’Asp gli amministratori; ma questo, lo ribadiamo, è solo un’ipotesi. Ad eccezione dell’Asp di Vibo Valentia, Catanzaro, Cosenza ed il “Riuniti” di Reggio Calabria, i cui contratti sono stato rinnovati per un anno, come è solitamente disposto dalle direttive regionali per i contratti a scadenza. Nel frattempo, sconcertati, i medici coinvolti han deciso di rivolgersi alle sigle sindacali.
FRANCESCA CUSUMANO