(ph.: Enzo Lacopo)
SIDERNO – L’approccio al tema è quello tecnico, concreto e pragmatico. E non poteva essere altrimenti, visto che si è discusso dell’emergenza rifiuti, la madre di tutte le emergenze di questa regione.
E così, nella sede dell’associazione Codici, c’erano proprio tutti: i promotori dell’iniziativa, ovvero il Corsecom e le associazioni che ad esso fanno riferimento, i rappresentanti dei sindaci, i sindacati, le categorie produttive e i lavoratori del settore. Tutti insieme, allo stesso tavolo, per concordare una strategia comune per uscire dall’emergenza e fare sentire la voce di questo territorio. La rivoluzione culturale 2.0 del Corsecom ricomincia da qui, dall’emergenza rifiuti e, visto il clima che si è respirato attorno al lungo tavolo ovale, le sensazioni sono buone. Molto più convincenti di quelle colte a margine della manifestazione del 15 novembre a Locri. Ma questa è un’altra storia. Chi ha partecipato all’incontro odierno, finalizzato a dare il via a una serie di incontri regolari tra tutte le categorie sociali della Locride, per pervenire a quella coesione che è condizione essenziale per superare insieme problemi e annose criticità, ha parlato la stessa lingua. Segno che, evidentemente, le realtà associative non si vogliono limitare a essere da stimolo, da pungolo delle istituzioni, ma vogliono accompagnarle, essere al loro fianco e, ove necessario, correggere la loro rotta – qui sta l’intuizione più azzeccata e innovativa da parte degli ideatori dell’incontro – perchè gli obiettivi della Locride devono essere patrimonio di tutti. E allora questa sera si è sviscerato il problema dei rifiuti in tutta la sua evidenza, senza limitarsi a dire che la soluzione sarà la raccolta differenziata porta a porta – fin qui c’eravamo già – ma indicando tutta una serie di priorità immediate, che partono dal richiedere un incontro con chi gestisce la partita dei rifiuti in Calabria, dal commissario regionale Speranza (per la fase emergenziale), all’assessore regionale al ramo Pugliano, passando per il governatore Scopelliti. Sindaci, associazioni e categorie li vogliono qui, nella Locride. Li vogliono portare in giro per le strade stracolme di spazzatura, per le discariche prossime alla saturazione, tra i rigagnoli di percolato generato dalla pioggia che cade sui cumuli d’immondizia per le strade. Il resto sono sfumature, come quando il presidente del comitato esecutivo di AssoComuni Strangio ha detto che «L’iniziativa era già stata presa dai sindaci e il documento che verrà fuori stasera servirà a rinforzare le richieste già formulate dagli amministratori»; insomma, quasi un documento “di supporto”, ma a leggere tra le righe di alcuni interventi degli organizzatori, nessuno sembra avere voglia di fare più il supporter, semmai un partner alla pari per le istituzioni, al fine di raggiungere un risultato comune.
I SINDACI
Dopo il saluto iniziale ha preso la parola Pietro Crinò, sindaco della cittadina che ospita nel proprio territorio la più grossa discarica della zona, quella delle polemiche e delle iniziative giudiziarie, ma anche quella che risolve le grane dei comuni di mezza provincia, specie nelle situazioni d’emergenza. Già, perchè basta un’ordinanza del commissario regionale per disporre il conferimento dei rifiuti di Reggio e di alcuni centri della Piana, oltre che dei soliti paesi locridei e del Melitese. L’analisi di Crinò è spietata: «Se si continuano a scaricare 80-90 tonnellate al giorno – ha detto – la discarica sarà piena in meno di un mese e mezzo, mentre se scaricano di più, come accade spesso coi conferimenti del Reggino e di altri posti, si riempirà prima e dopo saremo costretti a scaricare a Pianopoli (quando sarà a regime) coi costi che per i comuni lieviteranno». Al netto dell’ormai consueto richiamo al senso di responsabilità da parte di tutti e dopo aver ribadito che «La discarica non l’abbiamo voluta noi, ma l’abbiamo subita», il sindaco di Casignana ha indicato le prime tre priorità: «Fare in modo che l’impianto di Pianopoli vada a pieno regime, perchè attualmente non riceve i rifiuti di altre discariche; ultimare, a cura dell’ufficio del commissario regionale, i lavori di ampliamento della discarica di Casignana che permetterebbe di abbancare immondizia per altri 7-8 anni che sono fermi da due anni, così come la realizzazione della strada nuova al servizio dei mezzi carichi di rifiuti che non passi dai centri abitati, per la quale il dipartimento regionale all’ambiente aveva promesso, la scorsa estate la firma dell’accordo di programma quadro ma che invece, sono fermi, forse perchè mancano i soldi dal Governo centrale; in ultimo, ma non in ordine d’importanza, avviare ovunque la raccolta differenziata, destinando ai Comuni le risorse economiche per poterlo fare». Strangio, dal canto suo, ha aggiunto che «E’ fallito il sistema Calabria dei rifiuti e va superata la gestione commissariale. Da parte mia, non faccio molto affidamento sull’ampliamento della discarica di Casignana – ha detto – ma sono d’accordo sull’istituzione di un tavolo di concertazione permanente con la Regione sul tema, e c’è bisogno come il pane di impianti di valorizzazione dei rifiuti che li possano riciclare e utilizzare come risorse, facendo diventare l’impianto di Casignana discarica di servizio. Attualmente – ha aggiunto il sindaco di Sant’Agata del Bianco – paghiamo parecchi soldi di “ecotassa”, aumentata del doppio, senza avere i risultati attesi e gravando sulle tasche dei cittadini»
GLI OPERAI DI GEO AMBIENTE
Finora li abbiamo sempre sentiti parlare per i loro atavici problemi di ordine salariale e inerenti le loro condizioni di lavoro, senza dispositivi di protezione individuale, senza abbigliamento adatto, senza essere sottoposti a visite mediche previsti dalla legge 626. Oggi – e questa è stata una grande intuizione – erano in veste di esperti, di persone che la spazzatura la caricano sui camion ogni mattina e che sanno tutto di ritmi, tempi, quantità e disagi del servizio di raccolta e smaltimento dell’immondizia. Sanno, per esempio, che c’è un capannone per la gestione della raccolta differenziata a Siderno in località San Leo che è chiuso da sempre e che non è mai entrato in funzione; sanno che il comune di Siderno non può scaricare nella “propria” discarica più di trenta tonnellate di rifiuti al giorno (una bazzecola per un paese di quasi ventimila abitanti) e che quando si prospetta l’ipotesi di scaricare a Pianopoli questo può comportare attese anche di ventiquattr’ore di fila prima di conferire l’immondizia dopo due ore di viaggio. I loro interventi hanno dato il senso del confronto tra il Paese reale e il Palazzo.
I TECNICI
Assai lucida è apparsa l’analisi di Edmondo Crupi del Corsecom. Secondo l’ingegnere «Bisogna passare da una visione regionale della gestione dei rifiuti, che evidentemente non funziona, ad unacomprensoriale che garantisca l’autosufficienza di ogni singolo territorio nello smaltimento dell’immondizia». E se Decio Tortora di Codici ha ribadito la vicinanza della sua associazione agli amministratori e agli operai «Non vi lasceremo soli», garantendo il supporto dei propri legali, proprio uno di loro come Vincenzo Maesano, ex vicesindaco di Bovalino e attuale consigliere di opposizione, ha suggerito di far votare il documento stilato in serata «Come mozione da fare approvare ai singoli consigli comunali», mentre il sindacalista della Cgil Paolo Fragomeni ha garantito il supporto della propria sigla. Ora non rimane che attendere il documento redatto in tarda serata. Ma soprattutto, bisognerà dare seguito ai buoni segnali fatti vedere questa sera.
GIANLUCA ALBANESE