L’iniziativa di legge recentemente lanciata dal sindacato fino al prossimo dicembre per dare pieno compimento all’articolo 46 della Costituzione, 《Viviamo una complessa stagione di transizione che rappresenta una vera e propria sfida per intercettare tutte le più importanti questioni, a cominciare da quella del lavoro per continuare con la qualità e la stabilità del lavoro – afferma il leader reggino del sindacato cislino – siamo ad uno snodo della Storia per il quale si vuole raggiungere un traguardo volto a responsabilizzare livelli sempre più profondi della Società nei processi economici di controllo e decisione》.
di Antonio Baldari
Sbarra Luigi, per gli amici “Gigi”, da Pazzano è da poco più di un anno riconfermato segretario nazionale della Cisl nazionale, e per altri quattro anni; una rielezione, quella di Sbarra, all’unanimità facendo seguito a quella “a maggioranza bulgara” di 168 voti su 173 nel febbraio 2021, subentrando alla dimissionaria Annamaria Furlan; insomma, pochi dati temporali, quelli essenziali rispetto alle prime, sessantatre, primavere del leader nazionale cislino, che di strada ne ha percorsa davvero tanta, studiando, lottando, sgomitando e, soprattutto, facendosi apprezzare quale strenuo difensore dei diritti dei lavoratori.
Dall’amata culla che gli ha dato i natali, nella periferia nord dell’ex provincia di Reggio Calabria, passando per Locri e coprendo in lungo ed in largo l’intero territorio Calabrese e facendosi stimare su scala nazionale quale valido esponente su cui contare per il futuro, arrivando, per come meritava, la “grande occasione”; che altro poi non rappresentava, per Sbarra, se non l’ellisse del suo imperterrito nonché fruttuoso lavoro a favore delle categorie più deboli, al punto da potere avanzare, in questi tempi così difficili per il lavoro, una proposta di legge destinata a cambiare il corso della Storia d’Italia.
Un corso attualmente irto di ostacoli, costellato di buche paurose se non di vere e proprie trappole da evitare per un solo ed unico obiettivo: mantenere il lavoro per poter credere quantomeno un briciolo nel proprio futuro, ma il buon Gigi desidera, vuole, fors’anche pretende di andare oltre perché 《Viviamo una complessa stagione di transizione che rappresenta una vera e propria sfida per intercettare tutte le più importanti questioni, a cominciare da quella del lavoro per continuare con la qualità e la stabilità del lavoro” – afferma il leader sindacalista in calce a quella che è stata presentata come una proposta di legge, valida sotto forma di mobilitazione generale fino al prossimo dicembre, circa “la partecipazione dei lavoratori alla vita, agli utili ed all’organizzazione delle imprese》.
Il tutto avendo quale stella polare, di tale progetto legislativo, l’articolo 46 della Costituzione italiana, che testualmente reca “Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende”, che sarebbe una volta tanto doveroso applicare rispetto alla “Magna Charta” delle leggi dello Stivale, la quale poco e molto mal volentieri viene resa esemplare in rapporto al vivere quotidiano di ogni giorno, anziché fare costantemente ricorso a leggine e leggiucole che altro non fanno se non appesantire la vita stessa dei cittadini. Ma tant’è!
Oggi è il momento della partecipazione, peraltro rilanciando il modello di “Democrazia Sociale” tanto caro a Norberto Bobbio visto e considerato che 《Siamo ad uno snodo della Storia per il quale si vuole raggiungere un traguardo volto a responsabilizzare livelli sempre più profondi della Società nei processi economici di controllo e decisione – epiloga Luigi Sbarra – Istituzioni e mondo del lavoro devono recuperare il tempo perso su un muro contro muro che ha bloccato competitività, investimenti, retribuzioni, sostenibilità e responsabilità sociale》.
Insomma c’è da giurarci, egli ci sarà, il buon “Gigi” continuerà a studiare, a lottare, a sgomitare, e a farsi apprezzare ancora come strenuo difensore dei diritti dei lavoratori. Come sempre.