Il giudice reggino è sempre in auge calamitando su di sé l’attenzione, il calore e l’affetto di tante, tantissime, persone, una vera e propria miriade, stando a Badolato o a Corigliano, a Roma come a Torino o in chissà quale altro posto dove è sempre e comunque “sold out”, perché, in omaggio ad un altro inglesismo, il giudice Gratteri infiamma ogni più recondito angolo del globo terracqueo, in special modo laddove c’è la fragorosa presenza dei giovani, ai quali non perde mai l’occasione di raccomandare “STUDIATE!”, un imperativo affettuosamente categorico per invitare ad essere autonomi e decidere da sé per il proprio futuro, non essendo succubi della criminalità organizzata.
di Antonio Baldari
È l’uomo del momento, pardon, l’uomo da sempre, quantomeno sin da quando gli è stata incorniciata addosso la scorta, perché lui, Nicola Gratteri da Gerace, ci ha messo sempre la faccia. Nei tribunali, nelle piazze, sui libri che ha vergato anche a quattro e più mani, dando fastidio, molto fastidio. A chi? È semplice, molto semplice: il giudice Gratteri ha dato, e continua a dare, fastidio a coloro i quali non rispettano le regole perché a lui piace così, gradisce il rispettare le regole ed è chiaro che, chi non la vede, non la pensa e, in ultima analisi, non agisce come lui, è alquanto irritato.
Ed è in auge calamitando su di sé l’attenzione, il calore e l’affetto di tante, tantissime persone, una vera e propria miriade, stando a Badolato o a Corigliano, a Roma come a Torino o in chissà quale altro posto dove è sempre e comunque “sold out”, perché, in omaggio ad un altro inglesismo, il giudice Gratteri “is on fire” infiammando ogni più recondito angolo del globo terracqueo, in special modo laddove c’è la fragorosa presenza dei giovani, ai quali non perde mai l’occasione di raccomandare “STUDIATE!”, un imperativo affettuosamente categorico per invitare ad essere autonomi e decidere da sé per il proprio futuro, non essendo succubi della criminalità organizzata.
A cominciare da quella che, secondo spifferi di corridoio, dal Sudamerica pare abbia fatto recapitare un messaggio piuttosto chiaro a coloro che “la comandano” nella Locride in particolare, perché a Gratteri vogliono fare la pelle, lo vogliono fuori dalle scatole proprio per quel fastidio di cui si diceva poc’anzi: da queste latitudini sembra che sia giunta la replica con un secco “NO”, che non ammette interpretazioni di sorta su scala mondiale, anche perché la ‘NDRANGHETA teme il contraccolpo “alla Padre Pio” se si volesse l’eliminazione del giudice, magari eclatante, giacché, come diceva di sé il Frate delle Stimmate, “FARÒ PIÙ CHIASSO DA MORTO CHE DA VIVO”.
Ragion per cui, l’attuale procuratore di Catanzaro “serve”, per così dire, più da vivo che da morto, proprio per quella reazione che si teme possa esserci da parte dello Stato, che poi bisognerebbe vedere quale “STATO” posto che lo stesso Gratteri ha denunciato, in tempi non sospetti, il trasversalismo in atto ed imperante da tempi biblici tra politica, massoneria deviata, servizi segreti e giustappunto pezzi importanti dello Stato, tutti insieme appassionatamente per gestire lo stato delle cose, in Italia, a proprio piacimento. Che, a Gratteri, non piace.
Al punto che il cosiddetto “sistema” si sarebbe già attivato per ostacolare l’elezione del giudice geracese alla procura di Napoli, vacante da oltre un anno all’indomani della nomina di Giovanni Melillo a procuratore nazionale antimafia, battendo proprio Nicola Gratteri per la guida della Dna, a cui, forse dal prossimo settembre, si affiderebbe tale incarico per una piazza giudiziaria prestigiosa, tra le più grandi, se non la più grande, d’Italia: anche lì Gratteri guasterebbe progetti, piani e programmi fetidi, che puzzano di malaffare, al punto che oggi il giudice appare un po’ come la “sora Camilla”, giacché “tutti lo vogliono e nessuno lo piglia”.
Anzi, i Calabresi lo perderanno del tutto perché, come lo stesso giudice ha recentemente affermato “Avrei voluto chiudere qui la mia carriera ma non potevo più restare”, cosa che ai Calabresi non è piaciuta. Non ai Calabresi che vogliono bene, per davvero!, alla Calabria.