di Gianluca Albanese
MARINA DI GIOIOSA IONICA – Una raccolta firme da parte di tutti i cittadini della costituenda Unione dei Comuni della Valle del Torbido, e l’intento di investire della questione i candidati consiglieri regionali e la deputazione calabrese, oltre alla ferma determinazione a incontrare quanto prima i dirigenti del gruppo Ubi banca, proprietario della filiale di Banca Carime di Marina di Gioiosa Ionica, prossima alla chiusura. Sono queste le conclusioni dell’assemblea pubblica convocata sulla questione che ha avuto luogo questa sera nei locali del centro sociale “Egidio Gennaro”.
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Un allarme, quello relativo alla prossima chiusura della filiale cittadina, che l’amministrazione comunale ha sollevato da parecchi giorni, tanto che il sindaco Vestito ha scritto direttamente al dirigente di Ubi-Banca Carime Andrea Pisani Massamormile, la cui risposta pervenuta via e-mail al primo cittadino è stata, per la verità, piuttosto laconica.
«Caro Sindaco, – è scritto nell’e-mail – ho ricevuto la Sua nota di ieri prot. 14615.Lei sa che Banca Carime fa parte del Gruppo UBI Banca ed è appunto sottoposta alla direzione e coordinamento di UBI Banca, ove dunque vengono assunte le decisioni strategiche (qual è quella per cui mi scrive).
Porterò comunque la Sua nota alla prossima riunione del consiglio di amministrazione di Banca Carime e segnalerò la Sua richiesta alla direzione generale del Gruppo.Tornerò dunque ad intrattenerLa ed intanto porgo i migliori saluti».
Poco, troppo poco per una comunità che non vuole subire l’ennesima spoliazione di servizi, e che è pronta a reagire in tutti i modi.
Prima delle conclusioni del sindaco Vestito, affiancato nella conduzione dell’assemblea dal collega di Grotteria Leoncini e dal vice sindaco di Gioiosa Zavaglia, numerosi sono stati gli interventi dei cittadini presenti.
Tra questi quello del medico Rarà Gennaro, che ha detto che «La banca non si deve sentire libera di chiudere specie, in questo regime di capitalismo assistito, perché la banca non è solo un’azienda privata ma è soprattutto un servizio pubblico. Dobbiamo chiamare i nostri candidati alla responsabilità. Sono anche d’accordo con la raccolta di firme e io rispedirei al mittente la lettera ricevuta dal dirigente».
E se proprio dal pubblico è arrivata l’idea di coinvolgere i cittadini dell’intera vallata del Torbido, il sindaco Vestito ha detto che «Domani abbiamo una riunione con gli altri comuni dell’Unione e ne parliamo, magari delegando un assessore ad affrontare direttamente la tematica, programmando le opportune iniziative di lotta».
Piuttosto amareggiato, nel suo intervento, è apparso Maurizio Zavaglia.
«La situazione – ha detto – è tragica con continue spoliazioni in più settori. La valle del Torbido reagirà in modo unanime e convinto rispetto alla vicenda Carime e bisogna coinvolgere nella lotta anche la deputazione calabrese».
Critico e pungente come sempre, specie nei confronti del sistema creditizio in genere, inteso nella sua attuale accezione, l’assessore Sisì Napoli.
«Noi – ha esordito – ci rimettiamo lo sportello e qualcuno perderà il posto di lavoro. Perché ristrutturazione significa questo: taglio dei lavoratori. Paghiamo lo scotto di una classe dirigente fatta di ascari al servizio dei poteri forti e la problematica investe i servizi in generale, dai trasporti alla sanità». Non manca una considerazione finale sul ruolo della politica e sulle scelte elettorali. «Dobbiamo essere noi – ha detto Napoli – a scegliere i nostri candidati e non permettere più che vengano calati dall’alto».
Fin qui gli interventi. Ora, come detto, si lotterà in ogni modo per far sì che quanto accaduto lo scorso anno a Gioiosa Ionica non si ripeta.