Alla riapertura dei lavori in Senato l’esponente reggino di “Azione-Italia Viva-Renew Europe” ha depositato un’interpellenza scritta per sapere con contezza cosa si intende fare per i lavori già annunciati sulla strada Jonio-Tirreno: secco “no” all’utilizzo della strada statale 106 “perché avrebbe un costo altissimo” e “sì” ad un tavolo a cui invitare la regione Calabria, la città metropolitana di Reggio Calabria e gli amministratori locali “perché possano portare informazioni chiare e sicure ai cittadini sulla sicurezza” .
di Antonio Baldari
Eppur si muove. Dopo tanto chiacchiericcio, proposte, indagini e quant’altro, finalmente un passo ufficiale per quanto concerne i lavori di ristrutturazione e di manutenzione della galleria “Limina”: a compierlo è il senatore Marco Lombardo, per il gruppo “Azione-Italia Viva-Renew Europe” alla riapertura dei lavori parlamentari di ieri in Senato, stante la presentazione di un’interrogazione scritta al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, con la quale l’esponente reggino, originario di Martone, ha posto tre quesiti.
Ed invero, Lombardo chiede contezza relativamente ai lavori di ristrutturazione e di manutenzione straordinaria nella galleria della “Limina”, all’interno della strada di grande comunicazione “Jonio-Tirreno”, la cosiddetta via dei “Due Mari” che collega il mar Jonio ed il mar Tirreno, e specificatamente:
1) La sicurezza della viabilità in Calabria, la classificazione del rischio fatta sulla Limina e sulla strada statale 682 e quali sono le opere di manutenzione straordinaria che verranno realizzate per mettere in sicurezza i cittadini.
2) Alternativa messa a disposizione dei cittadini calabresi ed italiani in attesa che vengano svolti questi lavori, all’inizio si parlava di quattro mesi, oggi si è arrivati a venti mesi, per evitare che ci siano ulteriori proproghe su un’arteria così fondamentale si chiede di sapere quali sono le vie alternativa: una bretella? Una via alternativa sicura e fluida? No secco all’utilizzo della strada statale 106 perché comporterebbe un costo altissimo per la mobilità e la circolazione della popolazione calabrese: non si può pensare che nel programmare i lavori non si sia pensato ad un’alternativa perché significherebbe condannare la popolazione calabrese all’isolamento geografico e politico.
3) Istituzione tavolo presso il ministero coinvolgendo tra Regione, città metropolitana e degli amministratori locali, perché di fronte ad un’opera che impatta così tanto sulla vita dei cittadini debbono esserci delle tempistiche chiare ed informazioni certe da portare ai cittadini sulla sicurezza.
Tre punti essenziali ai quali, a stretto giro di posta, ci si augura di avere una replica chiara e sostanziale da parte del Governo guidato da Giorgia Meloni. Il tempo è denaro, e qui se ne già sta perdendo abbastanza.