di Simona Ansani
ROCCELLA IONICA – Sono molteplici i danni provocati sia dal fumo che dal temuto mozzicone di sigaretta. È proprio per cercare di sensibilizzare i cittadini a Roccella questo pomeriggio si è discusso dell’impatto ambientale che provoca l’inquinamento delle cicche di sigarette. Lo studio sottolinea come non esistono normative nazionali che ne limitano la disperazione in ambiente, ma solo singole iniziative da parte di alcuni comuni più attenti.
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La maggior parte delle cicche imbrattano il suolo o finiscono nelle fogne e nelle acque superficiali contaminandole. Per questi motivi le cicche sono definite come un rifiuto tossico per l’ambiente oltre che per la salute del fumatore e dei così detti fumatori passivi.
Argomenti ampiamente trattati dai relatori interventi al convegno, l’ex Ministro della Salute Girolamo Sirchia; il docente dell’Enea Carmine Ciro Lombardi; il Presidente dell’associazione Utep Novella Luciani; il segretario nazionale Legambiente Nuccio Barilla’; e il Ministro Maria Carmela Lanzetta, che ha sottolineato come proprio da Roccella debba partire la svolta sullo smaltimento dei rifiuti.
Da non dimenticare anche come l’inquinamento marino da cicche sia altrettanto dannoso per la nostra salute in quanto, come ha spiegato l’ex Ministro Sirchia, i piccoli pesci scambiano per plancton le particelle dei residui velenosi dei mozziconi, che una volta mangiato, entra a far parte della nostra catena alimentare.
Il diritto costituzionale alla salute, ribadisce Sirchia, <<va tutelato, e va soprattutto irrobustito fin dalla scuola elementare. Soprattutto il Comune deve dotarsi di personale adatto anche al controllo e alla tutela della legge contro i reati ambientali>>. Un mozzicone gettato a terra, o in una spiaggia o in mare, contiene circa 4 mila sostanze tossiche e ha un tempo di degradazione di circa dieci anni, come ha evidenziato lo studio condotto dall’Enea, ogni giorno per terra in Italia si contano circa 1500 tonnellate di catrame prodotte dalle cicche di sigarette.
Ma cosa possono fare i Comuni e gli amministratori locali per fronteggiare questo inquinamento ambientale? I comuni, gli amministratori locali, i datori di lavoro dovrebbero non solo emanare norme di comportamento, ma anche installare, come accade per altre tipologie di rifiuti, appositi raccoglitori per i mozziconi di sigaretta.
Molte amministrazioni comunali hanno provato a battere la pista della “linea dura”, con multe salate, come ad esempio: 500 euro di contravvenzione a Trento, 150 euro a Firenze e perfino 1.000 euro a Pollica. E poi ci sono alcune campagne di sensibilizzazione come quella del comune di Modena, intitolata “Se ami la tua città usa il portacenere”, con la quale sono stati distribuiti gratuitamente, con tanto di sponsor, alcuni piccoli contenitori per raccogliere le cicche.
E si vedono i risultati, come nel caso del territorio della città di Verona, dove l’amministrazione comunale ha deciso di completare l’arredo urbano con portacenere di design. E stanno funzionando le “smoke free zone” nelle spiagge, prima fra tutte quella di Bibione, con i suoi 9 chilometri di costa, seguita da Lignano Sabbiadoro dove il divieto è stato gradito dal 92 per cento dei bagnanti. Inoltre non dobbiamo dimenticare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il fumo come la principale causa Mondiale di malattia e di morte prevenibile.