di Gianluca Albanese
SIDERNO – Il dolore corre sul web dopo l’immane tragedia accaduta nel primo pomeriggio di oggi. Quel sentimento che fino alle 18 sembrava un tam tam alimentato dalle voci raccolte nelle strade, nei bar e nelle piazze cittadine, nelle ore successive, dopo che sono arrivate le conferme ufficiali rilanciate dalle testate giornalistiche si è riversato nei social network.
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Facebook è la nuova piazza virtuale, oggi più che mai. Le bacheche dei quattro ragazzi morti oggi dopo il terribile impatto sulla strada di grande comunicazione Jonio-Tirreno sono intasate da messaggi di affetto verso questi sei angeli che non ci sono più.
Facebook è una scatola magica in cui ci sono momenti di vita vissuta immortalati dai titolari dei profili e dai loro amici. Momenti felici, di serate danzanti e brindisi felici, di momenti conviviali e di sorrisi spenti su un inquietante nastro d’asfalto che ha mietuto tante vittime, non ultimo il calciatore originario di Polistena Ciccio Zerbi, per il quale i quattro ragazzi sidernesi hanno fatto il tifo qualche anno fa.
Facebook associa un nome a un volto. E come i cuori che, per dirla con Luca Carboni «Sono scatole perfette, in cui ritrovi sempre tutto», le foto pubblicate permettono a ognuno che le guarda di ritrovare ogni attimo – anche fuggente – di vita in cui il nostro vissuto quotidiano ha incrociato quello delle sei vittime, anche pochissime ore prima del tragico impatto.
Di Napoleone “Leo” Luciano abbiamo già scritto. Ora, le foto trovate sul social network ci rimandano a momenti di saluti fugaci, di parole scambiate in fretta e, per i congiunti delle vittime, di tanti momenti felici di vita vissuta insieme.
Su facebook non c’è spazio per una ricostruzione della dinamica dell’incidente mortale. Di questo se ne stanno occupando la polizia stradale e il magistrato intervenuto sul luogo dell’impatto.
No, su facebook c’è spazio per i sentimenti più autentici, per i nomignoli in cui gli amici più cari chiamavano le vittime di oggi, per i ricordi che ognuno di noi serba nel proprio cuore.
E allora ripensiamo a quella trasferta di qualche lustro fa a Capo D’Orlando per seguire una partita del Siderno, che allora militava in serie D. A Gabriele Luciano ancora bambino (oggi aveva 23 anni) in macchina con papà Carlo e il fratello maggiore.
Ci vengono in mente le volte in cui abbiamo scorto Giuseppe Figliomeni sugli spalti del “Filippo Raciti” e quei momenti in cui abbiamo incrociato, nelle aule e nei corridoi del tribunale, il giovane avvocato Luigi Mory trascorrere le mattinate in udienza per imparare a fare bene il mestiere per il quale aveva studiato.
C’immedesimiamo nel dolore di Pasquale Barbaro e del figlio Francesco, che con tutta probabilità tornavano a Platì dopo aver fatto la spesa in qualche grosso centro commerciale della Piana di Gioia Tauro e al destino, cinico e baro, che li ha fatti sbattere contro quattro ragazzi di Siderno che andavano a seguire la partita della loro squadra del cuore, perché la loro fede calcistica non retrocede.
Oggi, condividiamo il dolore di tutti loro. Dei familiari, in primis, degli amici e di chi ha avuto il piacere di conoscerli.
Molti utenti del più popolare social network hanno cambiato l’immagine del loro profilo, listandola a lutto.
Anche questa è condivisione del dolore. Di un dolore che, per intenderci, viaggiava sul filo virtuale del web e dei social network molto prima che arrivassero le conferme ufficiali utilizzate dalla stampa per dare la notizia che nessuno di noi avrebbe mai voluto dare.
Si muore anche così. In una domenica pomeriggio dedicata alle proprie passioni e al proprio relax. Lungo una strada in cui si cercava la vita e si è incontrata la morte.