di Simona Ansani
Tutto tace. Un silenzio assordante come mille altri a cui noi giornalisti purtroppo siamo stati abituati da parte della provincia di Trento e del Presidente Fugatti, sulla richiesta di fare luce e chiarezza sulle cause della morte di questi ultimi periodi degli orsi in Trentino, o sulle sorti di alcuni grandi mammiferi che sono ancora rinchiusi al Casteller, senza da mesi ormai, avere alcuna notizia. Eppure le associazioni animaliste, tramite i loro legati, si sono battuti per la legalità e per la salvaguardia degli orsi, portando avanti battaglie che sembrano però scontrarsi con dei muri di gomma, dove tutto rimbalza poi al mittente.
Anche questa volta, Oipa e Leal Lega antiviviseazionista avevano espressamente richiesto di essere presenti all’autopsia dell’orsa F36, ma ad oggi da parte della provincia di Trento e dell’IZS delle Venezie, nessuno fa sapere nulla. «A oggi non siamo stati informati né della possibilità di essere presenti con un nostro perito di parte, né abbiamo notizia se l’autopsia sia stata fatta o meno» fanno sapere le due associazioni. La richiesta di partecipare all’autopsia con un proprio consulente di parte individuato nella dottoressa Cristina Marchetti, medico veterinario, anatomopatologa ed esperta in materia, è stata inviata congiuntamente giovedì 28 settembre dalle associazioni Leal e Oipa all’Izs, al presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, e al Servizio Foreste trentino. Nessuna risposta, almeno per ora.
Intanto ieri l’Ufficio legale dell’Oipa ha inviato agli stessi destinatari la richiesta di accesso agli atti per conoscere i dettagli della triste vicenda della morte di F36, si legge dalla nota diramata, e «sulla base dei documenti che saranno forniti, l’associazione valuterà se procedere con una denuncia per uccisione di animale ai sensi dell’articolo 544 bis del Codice penale».
«Vogliamo chiarezza e vogliamo essere presenti all’esame autoptico della povera orsa. A oggi non siamo stati informati né della possibilità di essere presenti con un nostro perito di parte, né abbiamo notizia se l’autopsia sia stata fatta o meno», dichiarano le associazioni Leal e Oipa. «Attendiamo una risposta dalla Provincia e dall’Istituto sperando che, nel rispetto della trasparenza che dovrebbe caratterizzare la Pubblica Amministrazione, si aprano alla corretta condivisione di atti e operazioni con noi che rappresentiamo l’interesse della fauna, bene indisponibile dello Stato, e di chi la ama».