Oltre un migliaio di posti di lavoro che andranno perduti tra dirigenti scolastici; segretari dsga; collaboratori scolastici e quant’altre figure, ricomprese in tale provvedimento di carattere amministrativo contro cui a Lamezia Terme, Rende, Crotone, Roccaforte del Greco e Mileto, tanto per citare soltanto alcuni dei punti “calienti” in cui si è manifestato esternando tutto il proprio dissenso andando dai presidi agli alunni passando per i genitori, per niente affatto contenti, tutt’altro!, di quanto si andrà a subire dal prossimo anno scolastico a cui inevitabilmente si pensa pur essendo iniziato da poco l’anno scolastico in corso 2023.2024.
di Antonio Baldari
Dal capoluogo di regione, Catanzaro, a Cosenza; da Crotone a Reggio Calabria passando per Vibo Valentia: in tutto il territorio della Calabria, in latitudine ed in longitudine, è un florilegio di proclami, ribellione, proteste e via di questi, fervorosi, atteggiamenti che hanno del clamoroso se si pensa all’essere compassato, pure troppo!, della regione che mai scende in piazza così unita, a trecentosessanta gradi, per dire la sua e, in buona sostanza, per dire che non le sta bene il “Piano di dimensionamento scolastico” approvato dal Governo centrale romano, e, proprio in queste, ultime, ore presentato dalle cinque, sopraelencate, province per quello che sarà il nuovo anno scolastico 2024.2025.
Che se non sarà una vera e propria “ecatombe” poco ci manca, in relazione al fatto che saranno un’ottantina – e più precisamente 79 – gli istituti scolastici che perderanno la titolarità venendo così accorpati ad altri istituti maggiori, proprio perché non in possesso dei nuovi requisiti stabiliti dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, e dunque da portare in dote ad altra scuola; si è detto che, per bocca del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, i plessi rimarranno intatti nel senso che non saranno chiusi “con gli alunni che continueranno ad andare a scuola dove hanno sempre frequentato” – ci ha tenuto a precisare il numero uno di viale Trastevere – che, di fatto, non cambia la sostanza delle cose ma che in termin di posti di lavoro si tradurrà in oltre un migliaio di posti di lavoro che andranno perduti tra dirigenti scolastici; segretari dsga; collaboratori scolastici e quant’altre figure.
Che sono ricomprese in tale provvedimento di carattere amministrativo contro cui a Lamezia Terme, Rende, Crotone, Roccaforte del Greco e Mileto, tanto per citare soltanto alcuni dei punti “calienti” della protesta, si è manifestato esternando tutto il proprio dissenso andando dai presidi agli alunni passando per i genitori, per niente affatto contenti, tutt’altro!, di quanto si andrà a subire dal prossimo anno scolastico a cui inevitabilmente si pensa pur essendo iniziato da poco l’anno scolastico in corso 2023.2024; insomma, “mala tempora currunt”, secondo un famoso nonché antico adagio latino, che non promette nulla di buono benché ci sia da registrare questa presa di posizione compatta, che si vorrebbe porti dei frutti di riconversione della questione posta in essere.
Cosa molto improbabile allo stato attuale, ancorché ci sia molto tempo fino ad arrivare all’inizio della nuova avventura scolastica: di certo, se la regione Calabria si presentasse sempre così, unita e convergente verso quelli che sono gli scottanti problemi di ogni giorno, da affrontare in maniera ferma e decisa come ora, beh, sarebbe tutta un’altra cosa. Tutta un’altra regione.