Ciò che afferma il presidente del Tribunale del Malato è di una gravità inaudita, con un decesso pressoché in stile “eutanasia” per il nosocomio della “Città di Zaleuco”, in buona sostanza morente giorno dopo giorno, con la gravità delle gravità che consta nel fatto che tutti sanno, e lo si sa da tempi biblici. Sarà inascoltato anche stavolta?
di Antonio Baldari
Ho seguito con grande attenzione il servizio video del Nostro fotovideoreporter Enzo Lacopo relativamente alla conferenza stampa del presidente del Tribunale del Malato, Pino Mammoliti; l’oggetto del contendere insiste nelle condizioni a dir poco gravi in cui versa l’ospedale civile di Locri, di cui, peraltro, c’eravamo occupati poco tempo fa scrivendo del presidio di Polizia di cui il nosocomio locrese è sprovvisto.
E per il quale si chiedeva a quando ci sarebbero state delle novità in merito, al contempo riferendo che il ministro Piantedosi aveva comunicato proprio in quelle ore di stare lavorando per colmare, sul piano nazionale, proprio questo genere di carenza. Che però, a tutt’oggi, pare non sia stata colmata.
Di notizia in notizia, e sempre per la struttura ospedaliera della città di Zaleuco, va amaramente sottolineato come non ci sia stata alcuna novità degna di nota anche e soprattutto per ciò che ha affermato l’avvocato Mammoliti, non nuovo a tali esternazioni anche perché egli vive a Locri, e sente particolarmente ciò che è della cittadina. Alla quale dà, ogni giorno, il meglio di sé, figurarsi se c’è la salute di mezzo: e ciò che l’avvocato Pino asserisce nell’anzidetto meeting è di una gravità inaudita, con un decesso pressoché in stile “eutanasia” per l’ospedale di Locri, in buona sostanza morente giorno dopo giorno, con la gravità delle gravità che consta nel fatto che tutti sanno.
E lo si sa da tempi biblici, oggi più che mai con l’ennesima esternazione mammolitiana che però, come sempre a queste latitudini, non genera alcunché di reattivo generando praticamente il nulla perché con ogni probabilità così si vuole; poi, magari, c’è un interesse particolarmente latente ed allora si inscenano manifestazioni; proteste a trecentosessanta gradi per il rispetto del diritto alla salute; incatenamenti vari con annessi comizi e via di questo pontificare “urbi et orbi”: in tal caso tutti apparentemente remanti nella stessa direzione.
A prescindere da tutto questo, di certo c’è che ogni giorno, nel comprensorio della Locride, si agevola “la danza dello star bene”, sulla falsariga della “danza della pioggia” che, notoriamente, si invoca quando c’è uno stato siccitoso e dunque per una grave carenza d’acqua: nel primo caso a mani giunte si chiede al buon Dio di non varcare la soglia della struttura di contrada Verga sia perché il personale potrebbe essere insufficiente nelle unità presenti, per ottemperare al dovere medico-sanitario, che per insufficienza di apparecchiature e quant’altro occorre per potere intervenire sul paziente con successo.
Mammoliti docet, sarà inascoltato anche stavolta?