di Gianluca Albanese (ph. Enzo Lacopo)
Caro presidente, innanzitutto complimenti. Come era nelle previsioni, non hai vinto. Hai stravinto. Proprio come Loiero nel 2005 e Scopelliti nel 2010, anche se non ha votato quasi nessuno.
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Ti sei mosso bene, con largo anticipo su tutti gli altri. Archiviata la tornata elettorale delle Europee, infatti, hai fatto capire subito a tutti le tue intenzioni. Ti sei preso il lusso di convocare, nel mese di maggio, una riunione a Siderno telefonando la mattina e fissandola per il pomeriggio stesso. O meglio, più che una riunione, è stata una chiamata alle armi delle tue truppe. Che fedeli al tuo verbo hanno risposto “Comandi”.
Hai fortemente voluto le Primarie perché sapevi che le avresti vinte facilmente. Sapevi che avresti potuto battere il ragazzino ambizioso che piace a destra e usa in maniera impropria l’espressione “piuttosto che”. Hai vinto e hai messo d’accordo tutti.
Hai condotto una campagna elettorale in surplace, e i tuoi vecchi e nuovi estimatori hanno dato l’impressione di festeggiare la vittoria ancor prima di averla conseguita.
Hai fatto sette liste, perché prima di tutto bisognava stravincere. Hai imbarcato di tutto, compresi quegli ex sostenitori di Scopelliti che hanno deciso di passare dalla tua parte e che tra qualche tempo potrebbero essere pronti a cambiare, di nuovo, sponda.
Hai girato in lungo e in largo la Calabria, dicendo a tutti che sei l’unico ad avere le competenze per risollevarla, che hai la squadra giusta, e hai presentato anche programmi condivisibili.
Ti sei divertito: tra pranzi, cene, gite in treno, cocktail e selfie con le ventenni, durante la campagna elettorale non ti sarai certo annoiato.
Hai regolato i conti con le correnti interne che non erano dalla tua parte, hai fatto vedere che quello che comanda in Calabria sei tu.
Ora, però, ti tocca governare.
E devi dimostrare, coi fatti, di esserne capace.
Non hai bisogno dei miei suggerimenti, però mi piacerebbe che qualcosa la facessi davvero.
Magari a cominciare dalla raccolta dei rifiuti, facendo che anche la provincia di Cosenza, quella che hai amministrato fino all’altro giorno, faccia la sua parte, ospitando discariche e termovalorizzatori, così come fanno le altre province, ad esempio la nostra, considerata, in tutti questi anni, come una vera e propria pattumiera dell’intera regione.
E poi, questi incarichi di sottogoverno, siamo certi che verranno ridotti e che non saranno più una camera di compensazione per i trombati dalle urne?
E gli assessorati, saranno attribuiti in base alle competenze o al manuale Cencelli, magari ricompensando qualcuno che ha dovuto ingoiare qualche brutto rospo in fase di composizione delle liste?
Pretendi tempi certi di uscita dal piano di rientro sulla sanità, perché il tempo di lacrime e sangue dovrà pur finire, a breve. Investi sulle competenze e le professionalità che in regione non mancano e non scegliere consulenti ed esperti in base alla fedeltà alla parrocchia.
Fai in modo che i fondi europei arrivino per premiare la nostra progettualità e che producano, finalmente, sviluppo.
Battiti per farci uscire dall’isolamento in cui questa scellerata politica dei trasporti, spesso nepotista, ci ha condannato.
Dimostra davvero che quello che hai promesso «si può fare».
Noi saremo a osservarti e, nel nostro piccolo, a controllare il tuo operato. Dal nostro osservatorio locrideo che appare come periferia della Calabria, oltre che dell’Italia.
Noi che le cambiali in bianco non le firmiamo più e che vorremmo vivere in una regione normale.
Buon lavoro, presidente.