Timidi passi in avanti del settore corroborati anche e soprattutto dai 58 milioni di euro sbloccati dalla commissione finanze del Senato, spendibili relativamente al finanziamento delle varianti progettuali per la realizzazione dei nuovi ospedali della Sibaritide, Catanzaro, Gioia Tauro e Vibo Valentia; senza alcun dubbio tale orizzonte è tra gli obiettivi da raggiungere per quanto riguarda l’attività politica e di governo dell’attuale esecutivo calabrese, così come i cittadini sono in attesa di potere contare su queste nuove realtà ma c’è un “ma” abbastanza evidente che va a cozzare con una realtà che non è tra le migliori su scala nazionale, talvolta, anzi, quasi sempre!, non consente il minimo sindacale per l’effettuazione delle prestazioni le più basilari ed essenziali.
di Antonio Baldari
È della settimana scorsa la notizia della proroga del commissariamento al 31 dicembre 2024 per quanto concerne la Sanità in Calabria, una notizia di quelle che dice tutto rispetto al percorso virtuoso che, evidentemente, sta compiendo la regione, e dice niente rispetto a ciò che va ancora fatto che è tantissimo: “La Calabria sta risvegliandosi dal coma” – ha dichiarato il governatore, Roberto Occhiuto.
Lasciando chiaramente intendere dei sia pur timidi passi in avanti del settore, corroborati anche e soprattutto, in prospettiva, dai 58 milioni di euro sbloccati dalla commissione finanze del Senato, cifra che sarà spendibile relativamente al finanziamento delle varianti progettuali per la realizzazione dei nuovi ospedali della Sibaritide, Catanzaro, Gioia Tauro e Vibo Valentia; senza alcun dubbio tale orizzonte è tra gli obiettivi da raggiungere per quanto riguarda l’attività politica e di governo dell’attuale esecutivo calabrese, così come i cittadini sono in attesa di potere contare su queste nuove realtà ma…
C’è un “ma” abbastanza evidente che va a cozzare con i buoni propositi di cui sopra e che fa i conti con la realtà quotidiana di ogni giorno, una realtà che, com’è noto, non è tra le migliori su scala nazionale, talvolta, anzi, quasi sempre!, non consente il minimo sindacale per l’effettuazione delle prestazioni le più basilari ed essenziali; non si sta qui a sgranare il rosario delle lagnanze le più arcinote ma è un fatto incontestabile, che non può essere affatto sottaciuto, tutt’altro!, che la Sanità calabrese è molto al di sotto dello standard di uno Stato che possa definirsi civile.
Tanto per essere chiari, non si può ancora oggi accettare che i Calabresi vadano a curarsi fuori regione per il sacrosanto diritto di potersi curare a casa propria ed anche e soprattutto perché i costi sono piuttosto esorbitanti, facendo lievitare, a loro volta, il bilancio regionale da…profondo rosso che più rosso non si può; per non dire della cronica mancanza di personale medico-sanitario negli stessi ospedali, da cui ne è addirittura derivata la chiamata per degli operatori direttamente in arrivo da Cuba, che ha senz’altro colmato il vuoto ancorché non del tutto.
Insomma, la strada risulta essere ancora in salita quantunque ci siano degli spiragli di miglioramento ma, come ben si sa, i cittadini non possono attendere rispetto a quello che è il bene più prezioso in possesso di qualunque essere umano: la salute.