di Antonella Scabellone
LOCRI/SIDERNO- La lotta contro la violenza sulle donne parte dalla prevenzione, dalla conoscenza , dalla consapevolezza. Uomini e donne sono fatti per camminare insieme. Non nemici, ma compagni di viaggio. Nessuno nasce assassino e i femminicidi non sono mai dei raptus. Si tratta di un fenomeno complesso, ma difronte a cui la società, in tutte le sue componenti, non puo’ piu’ rimanere indifferente. Parlare, discutere, confrontarsi, affrontare i problemi e risolverli insieme. Il silenzio e l’isolamento alimentano la violenza che spesso sfocia nel suo epilogo peggiore, senza possibilità di tornare indietro.
Con questi spunti di riflessione si è chiusa la intensa due giorni (23 e 25 Novembre) che l’Ipsia di Siderno/Locri ha voluto dedicare alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Ospite e “regista” della manifestazione la dott.ssa Filomena Drago, psicologa, psicoterapeuta e scrittrice, che ha messo in atto le strategie apprese sul campo, in oltre 40 anni di esperienza a contatto con i minori, per affrontare con loro, nella maniera piu’ semplice possibile, una tematica molto complessa e di estrema attualità, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca che vedono ancora una volta una giovane donna, Giulia Cecchettin, uccisa per mano del suo ex fidanzato.
Originale ed efficace l’intuizione della dottoressa Drago di introdurre un argomento cosi impegnativo partendo da una fiaba, quella di Barbablu’, che narra la storia di un crudele signorotto che uccide brutalmente le proprie 6 mogli e ne nasconde i cadaveri in una stanza segreta del suo castello. Solo la settima riuscirà a salvarsi dopo aver scoperto il macabro mistero violando il divieto del marito di aprire la porta proibita. La fiaba di Barbablù, raccontata in chiave moderna, fa attraversare, tramite il racconto, tutte le fasi dell’intrappolamento tipico delle relazioni tossiche, fino al momento, purtroppo non sempre scontato, della ribellione e della rinascita.
“Siamo ancora qui a parlare di femminicidio-ha esordito la dott.ssa Drago, introdotta dal Ds Gaetano Pedullà che ha fatto un breve exuscrus sul significato della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne spiegando agli studenti il significato-. Il femminicidio non è mai un unico gesto di follia, perché dietro vi sono una serie di azioni e di segnali che lasciano prevedere quanto tragicamente andrà ad accadere. Nello specifico, nel recente caso di Giulia, la giovane studentessa di ingegneria uccisa a Padova dall’ex fidanzato, i segnali sono stati numerosi, ma lei non è stata in grado di coglierli, in quanto intrappolata in una rete emotiva che non le permetteva di capire il pericolo che stava correndo”.
Gli incontri di Locri e Siderno sono stati intervallati da momenti di lettura di alcuni brani tratti dai libri della dott.ssa Drago ( Sono Sbagliata e Diario da una Finestra sul mare), tutti collegati al tema trattato, interpretati dalla voce narrante Claudia Coluccio.
“La tempestività e la certezza della pena non bastano-ha evidenziato la dott.ssa Drago- ma è solo una soluzione, che è la punta dell’iceberg. In effetti la prevenzione, attraverso i percorsi educativi, è la strada più efficace da percorrere per affrontare il problema. E’ pur vero che se oggi si inizia a fare prevenzione la ricaduta sociale sarà sicuramente a medio e lungo termine ma, in ogni caso, se non si inizia non si arriverà mai ad una soluzione!”.
Il dibattito, che ha visto gli studenti protagonisti, e che ha concluso la manifestazione, ha fatto emergere il peso che la cultura patriarcale ha nel fenomeno del femminicidio perché è dalla “parola” che bisogna partire per modificare un’educazione ormai stantia, con troppi pregiudizi sociali che pesano sul cammino di donne e uomini che, non dobbiamo dimenticare, sono compagni di viaggio e hanno bisogno di spalleggiarsi e camminare insieme lungo il difficile e bellissimo percorso della vita.