foto fonte Quirinale.it
La chiosa interrogativo-propositiva del Sommo pontefice, unitamente a quella del primo cittadino degli Italiani, non è altro che l’orizzonte quotidiano di tutti noi cittadini, “comuni mortali”, sulle cui teste si decidono le sorti del nostro futuro, con il simbiotico incontro di tecnologia ed economia che originano tutto ciò che è la nostra vita quotidiana di cui, però, non siamo affatto consapevoli perché subiamo a prescindere: in tutto ciò non possiamo che auspicare una rivoluzione che resti umana e che non ci veda del tutto tagliati fuori a cominciare dal lavoro, la consueta sfida dell’Italia ogni anno, vecchio o nuovo che sia.
di Antonio Baldari
2024, buongiorno! Benvenuto all’Anno Nuovo che è stato accolto con brindisi, frizzi, lazzi, baci e abbracci di rito, e pure con chi ha posto l’accento su qualcosa che ormai alberga nella nostra vita a prescindere dal nuovo capitolo che si è aperto sul palcoscenico della Storia, ed è l’Intelligenza Artificiale: non sono sfuggiti, infatti, i riferimenti che sono stati fatti in maniera chiara e diretta da due personalità di spicco quali il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la guida della Chiesa cristiano-cattolica nel mondo ossia papa Francesco.
Riferimenti circostanziati nel momento in cui gli Italiani si mettevano a tavola per congedarsi dall’Anno vecchio, 2023, salutando al contempo l’arrivo del Nuovo Anno, 2024, con il Colle che apriva una parentesi molto importante per quanto concerne l’I. A.: “La tecnologia ha sempre cambiato gli assetti economici e sociali. Adesso, con l’intelligenza artificiale che si autolimenta, sta generando un progresso inarrestabile, destinato a modificare profondamente le nostre abitudini professionali, sociali, relazionali”.
Qualche attimo di respiro per poi riprendere asserendo che “Ci troviamo nel mezzo di quello che verrà ricordato come il grande balzo storico dell’inizio del terzo millennio. Dobbiamo fare in modo che la rivoluzione che stiamo vivendo resti umana, cioè iscritta dentro quella tradizione di civiltà che vede, nella persona e nella sua dignità, il pilastro irrinunziabile” – questo l’assunto conclusivo del Quirinale.
Dal canto suo, il Vaticano ha lanciato un messaggio suddiviso in otto capitoli che analizza nel dettaglio il progresso della scienza e della tecnologia come via per la pace, riflettendo allo stesso tempo sul futuro dell’A. I., affrontandone anche la dimensione etica che comprende le questioni riguardanti la privacy, il pregiudizio e l’impatto sulla dignità umana, sostenendo al riguardo che “Dobbiamo impegnarci affinché l’Intelligenza artificiale sia al servizio della pace nel mondo, non una minaccia, e riflettere sul suo impatto e sul futuro della famiglia umana”.
E poi ancora, l’ex cardinale Bergoglio si domanda e chiede “Quali saranno le conseguenze a medio e a lungo termine, delle nuove tecnologie digitali? E quale impatto avranno sulla vita degli individui della società, sulla stabilità internazionale e sulla pace? Sono necessari una regolamentazione e un monitoraggio che vigilino sullo sviluppo delle tecnologie dell’A. I. affinché queste siano effettivamente al servizio della famiglia umana e della protezione della nostra Casa Comune” – la chiosa interrogativo-propositiva del Sommo pontefice.
Che, unitamente a quella del primo cittadino degli Italiani, non è altro che l’orizzonte quotidiano di tutti noi cittadini, “comuni mortali”, sulle cui teste si decidono le sorti del nostro futuro, con il simbiotico incontro di tecnologia ed economia che originano tutto ciò che è la nostra vita quotidiana di cui, però, non siamo affatto consapevoli perché subiamo a prescindere: in tutto ciò non possiamo che auspicare una rivoluzione che resti umana e che non ci veda del tutto tagliati fuori a cominciare dal lavoro, la consueta sfida dell’Italia ogni anno, vecchio o nuovo che sia.