di Patrizia Massara Di Nallo (foto fonte web)
Quante volte abbiamo sentito dire: “Lei (lui) è una donna (un uomo) moderna”, “Occorre modernizzare la scuola”,ecc. Cosa intendiamo per moderno? Moderno vuol dire essere aperti ai cambiamenti sociali, economici, politici, scientifici avere la capacità di evolversi, di superarsi, di migliorare. Se invece rifiutiamo tutto il passato in toto solo in nome del “nuovo”, allora l’accezione assume una valenza negativa perchè moderno non è automaticamente uguale a bello, buono e sano.
Ogni nuova questione che ci incalza, in quest’era che corre alla velocità della luce, ci obbliga a valutarne a fondo gli aspetti secondari per approdare a scelte etiche e sostenibili che quindi non si pongano a priori contro il moderno ma invitino a promuoverlo.
Moderno non vuol dire seguire una qualsivoglia moda, fare qualcosa perché si è al passo con i tempi e o accettare tutte le nuove conquiste della scienza senza badare alle conseguenze. Non possiamo quindi rassegnarci ad essere solo guardinghi nei confronti di ciò che è moderno o spettatori di un relativismo etico che galoppa in sordina, ci circonda e tenta di coinvolgerci. L’accettazione, talvolta passiva o superficiale, sembra investire anche le istituzioni che dovrebbero regolare il vivere civile (dal mondo giudiziario a quello politico a quello scolastico) e che appaiono anch’esse infiacchite davanti agli stravolgimenti sociali. Essere moderni, quindi, dovrebbe significare aiutare la società a compiere piccoli passi che la portino verso un domani sempre più pieno di dignità, di solidarietà e di fraternità.
In sociologia si parla addirittura di “fondamentalismo del moderno”, frase d’impatto, ma per nulla eccessiva dal momento che alcune scelte vengono ingannevolmente definite coraggiose dai mass-media solo perché, statistiche alla mano, sembrano andare controcorrente. E da questo punto di vista assume una valenza inquietante la frase di Ennio Flaiano “La moda è l’autoritratto di una società e l’oroscopo che essa stessa fa del suo destino”.
Oggigiorno che è diventato sempre più facile, immediato e vantaggioso per motivi economici o politici manipolare la pubblica opinione, è sempre più necessaria una fruizione critica dei mass-media e della rete per discernere in alcuni casi tra realtà e finzione (fake news), tra moda e principi etici, tra proposte e subdole imposizioni di modelli con cui identificarsi o da seguire. Urge quindi incentivare la controinformazione o informazione alternativa anche tramite i cosiddetti micromedia o mezzi di informazione leggeri: dalla stampa locale fino alle piccole emittenti radiofoniche per usufruire di più punti di vista possibili e di testimonianze varie, obiettive e attendibili. Il “moderno” è di moda, è l’avvenire, è il futuro, ma forse il passato, il pregresso non è neanche male.