di Antonio Baldari
È l’ora di cena e sei davanti alla TV, pronto per il secondo tempo della finale di Supercoppa italiana tra Napoli, campione d’Italia uscente, e l’Inter vincitrice della Coppa Italia; i giocatori ritornano in campo per riprendere e si fa in tempo a scorgere Walter Mazzarri, allenatore dei campani che, rivolgendosi ad un suo collaboratore, dice “Ma hai visto? È morto Gigi Riva!”, con l’espressione del volto triste misto a stupore.
E sullo schermo dello stadio di Riyad appare una foto di “Rombo di Tuono” con la semplice scritta “Ciao Gigi”: minuto di silenzio, improvvisato possiamo ben dirlo, ed un applauso all’indirizzo del campione sardo che è mancato improvvisamente all’età di 79 anni; era stato ricoverato per un malore avuto nella giornata di domenica, nel suo appartamento al centro di Cagliari, ed era stato portato in ospedale per capire come potesse evolversi la situazione, in attesa di un più che probabile intervento chirurgico al cuore.
Che però, evidentemente, non ce l’ha fatta e l’11 azzurro e del Cagliari scudettato è morto. L’Italia intera lo piange, così come tutta la Sardegna, la regione che lo amava come un vero e proprio “capo popolo”, nel senso più buono del termine, in anni in cui, oltre mezzo secolo fa, avrebbe tranquillamente potuto andare via per cedere alle lusinghe milionarie in Italia ed in Europa; Riva, invece, non ha ceduto ed è rimasto lì, anche dopo avere vinto il tricolore, e fino al 1977, anno in cui appese gli scarpini al mitico chiodo.
È stato riconosciuto come uno dei più forti attaccanti italiani di tutti i tempi ed uno tra i miglior attaccanti della storia del calcio mondiale: poco prima di laurearsi campione d’Italia con i sardi, nel 1968 fu campione d’Europa con l’Italia e, due anni dopo, nel 1970, vice campione del mondo dopo la finale persa con il Brasile e prima del memorabile 4-3 in semifinale, allo stadio Azteca di Città del Messico, contro la Germania.
Pochi giorni fa è mancato Franz Beckenbauer, storico difensore tedesco, protagonista con Riva, in campo avverso, di quel leggendario incontro: ci piace pensare che tra le vie del Cielo il match sia ripreso per altre e più inenarrabili prodezze.
Ciao Gigi, ti porteremo sempre nel cuore, mancherai a tutti: all’Italia, particolarmente alla tua, amatissima, Sardegna.