Dal Crotonese lo scorso lunedì 22 gennaio si è innalzata con molta fermezza la protesta dei trattori, che rombano maggiormente quest’oggi dopo avere iniziato a farsi sentire alla chetichella, all’insegna del “pochi ma buoni”, andando ad occupare la sede stradale della famigerata Strada Statale 106 in maniera, va doverosamente sottolineato, molto pacifica, ordinata ed educata; da lì, sin da subito si sono accesi i motori nel Catanzarese, con Botricello in particolare quale centro di gravità permanente, addirittura dovendo, purtroppo, registrare il decesso di un uomo di 56 anni nel contesto più ampio della protesta. Oggi risponde anche l’area metropolitana di Reggio Calabria ed è bene che qualcuno lassù, in alto, passi dalle parole ai fatti. Subito, senza “se” e senza “ma”, il tempo è il scaduto.
di Antonio Baldari (foto fonte Rai news)
Spira forte il vento sulla fascia jonica del Reggino, registrandosi intorno agli undici nodi, folate che scompigliano la piega fra i capelli e destabilizzano; nell’area afferente alla Piana di Gioia Tauro, tra Rosarno, Polistena e Cinquefrondi alcuno scompiglio o destabilizzazione di sorta relativamente agli agricoltori Calabresi. Che finalmente sono Calabresi, rappresentanti tutto il territorio regionale in considerazione del fatto che, fino a ieri, la rappresentanza in massima parte era afferente al Catanzarese ed al Crotonese.
Da dove lo scorso lunedì 22 gennaio si è innalzata con molta fermezza la protesta dei trattori, che rombano maggiormente quest’oggi dopo avere iniziato a farsi sentire alla chetichella, all’insegna del “pochi ma buoni”, andando ad occupare la sede stradale della famigerata Strada Statale 106 in maniera, va doverosamente sottolineato, molto pacifica, ordinata ed educata; da lì, sin da subito si sono accesi i motori nel Catanzarese, con Botricello in particolare quale centro di gravità permanente (addirittura dovendo, purtroppo, registrare il decesso di un uomo di 56 anni nel contesto più ampio della protesta, ndr).
Fattasi anche mobile, visto che dopo dieci giorni si è finalmente arrivati alla predetta area geografica insistente nel circuito metropolitano di Reggio Calabria, dove non sono stati pochi i disagi creati sulle strade che si diramano verso tutto i percorsi che conducono al resto della regione: la protesta è sempre quella ed è sempre uguale a quella dei decorsi giorni vissuti poco più su nel territorio Calabro, anzi, un cartello esposto ne caratterizza in modo ferale ciò che saranno i giorni a venire, ossia “LA NOSTRA FINE SARÀ LA VOSTRA FAME”.
Che la dice lunga circa la chiara volontà di andare avanti scagliandosi lancia in resta contro l’Europa, la fantomatica “Agenda Verde” che dovrebbe andare a tutelare l’Ambiente da qui agli anni a venire, senza però tenere conto delle aziende agricole, in special modo quelle piccole, che, attuando quel disegno “green”, verrebbero spazzate via con anche meno della metà dei nodi ventosi voluti dal Sommo Eolo; neanche l’incontro avuto due giorni fa con il competente assessore regionale al ramo, Gallo, ha evidentemente rasserenato gli animi: lo si sperava, che l’esponente dell’esecutivo Occhiuto potesse scrivere la parola “Fine” alla vexata quaestio, e invece…
E invece qui la fine non è ancora giunta, gli agricoltori Calabresi fanno sul serio e non ce n’è per nessuno: lo hanno detto loro, “LA NOSTRA FINE LA VOSTRA FAME”, ed è bene, quindi, che qualcuno lassù, in alto, passi dalle parole ai fatti. Subito, senza “se” e senza “ma”, il tempo è scaduto.