DA FRANCESCO MINICI, PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE “INSIEME SI PUO'” RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
I beni confiscati alle mafie sono una risorsa importante per la società, ma sono soprattutto il simbolo della vittoria dello Stato in un territorio sotto lo scacco della criminalità. E’ questo il filo conduttore del convegno di venerdì 12 dicembre, al Convento dei Minimi di Roccella Jonica. Alle 15 infatti prenderà il via una importantissima sezione di lavori e confronto in cui si cercherà di capire come impiegare ed utilizzare al più presto ed al meglio i beni che dalle mani della criminalità sono passati alla gestione dello Stato.
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Il convegno, valido per avvocati e commercialisti per l’accesso ai crediti formativi, è stato organizzato dall’associazione “Insieme Si Può”, dal S.I.U.L.P. il sindacato della Polizia di Stato e dalla “Camera Penale fiondata nel 1989” di Locri. Collaborazione con l’Ordine degli Avvocati e quello dei Dottori Commercialisti di Locri. Patrocinio del comune di Roccella Ionica. Relatori presenti saranno Umberto Postiglione, Direttore Nazionale dell’Agenzia per i Beni Confiscati, il magistrato Gerardo Dominjianni, prof. Giorgio Pighi ordinario di Diritto Penale presso l’Università di Modena, dott. Franco Caracciolo Segretario Provinciale del Siulp ed il dottore commercialista Massimo Giordano da Reggio Calabria. Ospite d’onore il senatore del movimento 5stelle Molinari, vice presidente della Commissione Finanze e Tesoro e membro della Commissione Parlamentare Antimafia. I saluti saranno affidati al sindaco di Roccella Jonica Giuseppe Certomà, quale padrone di casa, all’avvocato Gabriella Mollica, presidente dell’Ordine degli Avvocati del Foro di Locri, all’avvocato Mario Mazza, presidente della Camera Penale 1989 di Locri ed al presidente dell’ordine dei commercialisti di Locri Ettore Lacopo. A moderare i lavori il dottore commercialista Vincenzo Saccà. Un’occasione per ragionare su come se l’azione repressiva della magistratura punta ad indebolire le mafie attraverso la sottrazione delle ricchezze, mettendone in crisi il potere economico, l’azione costruttiva delle istituzioni e delle forze sociali punta ad indebolirne il consenso e dunque il potere politico. Il raggiungimento di tale obiettivo è tanto più alla portata quanto maggiore sarà il numero di beni che sono confiscati ed introdotti nel circolo virtuoso dell’uso sociale, ma anche quanto migliore sarà l’uso sociale degli stessi. In altre parole, se da un lato è fondamentale non perdere di vista il dato numerico che rappresenta un buon indicatore per valutare l’efficienza della giustizia e della macchina amministrativa, rispettivamente, nel confiscare e destinare le ricchezze confiscate, dall’altro, è indispensabile valutare la qualità dell’uso finale del bene stesso, poiché da ciò dipenderà l’effettiva efficacia dell’azione di contrasto alla criminalità organizzata.