Le giovani generazioni sono molto gelose, per come del resto emerge dalla ricerca condotta da “Save the children”, in collaborazione con Ipsos e recentemente pubblicato nel report avente ad oggetto “Le ragazze stanno bene? Indagine sulla violenza di genere onlife in adolescenza”, contenente i risultati di un’indagine qualitativa del Dipartimento di Giustizia minorile e di Comunità, con il supporto delle Unità di Servizio Sociale per minorenni e gli Istituti penali per minori, in ossequio al quale ben il 65 per cento dichiara di avere subìto “comportamenti violenti e forme di controllo, tra cui emergono: di non accettare contatti sui social sa qualcuno/a, in ragione del 42 per cento.
di Antonio Baldari
Oggi è San Valentino, viva San Valentino e tutti gli innamorati. O coloro che si vogliono bene, se vogliamo generalizzare cercando di abbracciare tutti, ma proprio tutti, ivi compresi in special modo i giovani ed il loro modo di amare il proprio partner, meglio se in maniera…controllata!
Eh già perché, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i giovani del mondo moderno di oggi sono molto più…vecchi di coloro che sono stati i loro, illustri, predecessori di cinquanta e passa anni, ritenuti non al passo con i tempi, retrogradi, arretrati e via di queste definizioni non proprio brillanti.
Il problema è che, udite udite!, le giovani generazioni sono molto gelose, per come del resto emerge dalla ricerca condotta da “Save the children”, in collaborazione con Ipsos e recentemente pubblicato nel report avente ad oggetto “Le ragazze stanno bene? Indagine sulla violenza di genere onlife in adolescenza”.
Che contiene i risultati di un’indagine qualitativa del Dipartimento di Giustizia minorile e di Comunità, con il supporto delle Unità di Servizio Sociale per minorenni e gli Istituti penali per minori, in ossequio al quale ben il 65 per cento dichiara di avere subìto “comportamenti violenti e forme di controllo, tra cui emergono: di non accettare contatti sui social sa qualcuno/a, in ragione del 42 per cento.
E poi ancora, di non uscire più con delle persone, 40 per cento; di poter controllare i propri profili sui social che è al 39 per cento; di non vestirsi in un determinato modo, di circa un terzo essendo al 32 per cento e pure il commettere un gesto estremo fino a farsi del male, un quarto degli esiti registrati, 25 per cento. Ma c’è dell’altro.
E c’è che quasi la metà degli interpellati, e lo si ribadisce a scanso di equivoci sono tutti adolescenti, è stato chiamato con insistenza dove si trovava; è oggetto di un linguaggio violento con grida e insulti; è ricattato per ottenere qualcosa che non si doveva fare; riceve con insistenza la richiesta di foto intime; è spaventato da atteggiamenti violenti come pugni, schiaffi, spinte e lancio di oggetti; condividere foto intime con altri senza consenso.
Insomma, non proprio un…amore sereno, tranquillo, in definitiva che si possa accettare; di contro, una buona percentuale di poco più della metà, 58 per cento, si appalesa sensibile verso le tematiche di genere, considerando essenziale il porre sullo stesso piano i ragazzi e le ragazze, indicando, intanto, la Scuola quale porto sicuro di attracco per quella educazione all’affettività che è ritenuta indispensabile, potendo contare soprattutto su docenti adeguatamente formati in merito.
Così come è ritenuta fondamentale la diffusione di percorsi e strumenti di aiuto a partire dal 1522, il servizio pubblico promosso dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con questo numero, gratuito ed attivo h24, che, grazie all’apporto di operatrici specializzate, accoglie le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking.
Buon San Valentino e…volemose bbene!