Stando a quanto affermano i prelati calabresi in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, il pensiero la dice lunga sull’importanza che viene dato allo stare con un partner, ed uno soltanto che, in senso lato, si allinea al pensiero/azione che vengono esercitati quest’oggi nella Nazione. Un dato che, per certi versi, si appalesa preoccupante se si pensa che sono in aumento le richieste di “nullità del matrimonio”, essendo arrivate a 126, e quindi rendendo del tutto vano, cancellandolo, ciò che è stato nel momento in cui, salendo sull’altare, ci si è promessi “di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti ed onorarti tutti i giorni della mia vita”.
di Antonio Baldari
Se in un’altra parte del Nostro Giornale abbiamo reso edotti sull’amore vissuto dai giovani di oggi, particolarmente nel giorno in cui si festeggia San Valentino, patrono degli innamorati, in questa sede mettiamo sotto…la lente ciò che è lo stato delle cose oggi in Calabria, e dunque in un’area geografica molto più ristretta rispetto al BelPaese
.Che però, stando a quanto afferma il Tribunale Ecclesiastico Calabro in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, non è poi così difforme nella sostanza posto che “I ragazzi pensano che essere fedeli sia superato”, che la dice lunga sull’importanza che viene dato allo stare con un partner, ed uno soltanto che, in senso lato, si allinea al pensiero/azione che vengono esercitati quest’oggi nella Nazione.
Un dato che, per certi versi, si appalesa preoccupante se si pensa che sono in aumento le richieste di “nullità del matrimonio”, essendo arrivate a 126, e quindi rendendo del tutto vano, cancellandolo, ciò che è stato nel momento in cui, salendo sull’altare, ci si è promessi “di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti ed onorarti tutti i giorni della mia vita”.
Roba da TV in bianco e nero, insomma, se si tiene conto della predetta relazione del Tribunale della Rota romana di Calabria, dalla quale si evince che “Buona parte delle responsabilità sono da condurre al web ed ai social – è contenuto nel documento ufficiale dei prelati calabresi – influencer ed altre agenzie educative veicolano spesso dei messaggi che i ragazzi assumono pensando che il matrimonio sia” ad tempus”.
Nello specifico, si evidenzia come il capo di nullità maggiormente ricorrente è “la non maturità delle persone ad affrontare una relazione come il matrimonio”, che è tutto dire in una regione in cui il matrimonio costituisce da sempre un caposaldo a livello socio-culturale, un baluardo che a quanto sembra non si appalesa più inattaccabile come un tempo, magari non vergognandosi più che “la gente sappia e giudica”, retaggio evidentemente antico che non si ritiene più “macchia indelebile” da non mostrare.
Insomma, c’eravamo tanto amati che non è piu, anche in Calabria, una pellicola cinematografica di mezzo secolo fa, in capo ad Ettore Scola, regista e con le illustri presenze in scena di Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Stefania Sandrelli, Stefano Satta Flores, Giovanna Ralli e Aldo Fabrizi; oggi è qualcosa di molto di più, un mutamento socio-culturale che varia la società al variare dei tempi, non potendosene non tenere conto, pur volendo mantenere saldi determinati principi e/o valori.
Avvalorando l’assunto dantesco secondo cui “Amor ch’a nullo amato amar perdona”. E me ne trovo un altro/un’altra, tiè!