Una vera e propria “flebo” di fiducia su ben dieci aree tematiche da sviluppare con tutti e 404 i sindaci degli altrettanti Comuni Calabresi che, si auspica, beneficeranno di tale “strenna natalizia” fuori stagione ma con il duro quanto scontato interrogativo che vede i tanti “mammasantissima” fregarsi già le mani, avendo già fatto quattro conti andando poi a presentare il conto: io t’ho votato, a me cosa dài di tutto quello che viene da quei voti? Questa è la vita, questa è la realtà anche e soprattutto in Calabria; del resto, lo diceva Giovanni Falcone, che ne aveva fatto un mantra, asserendo che bisognava “Seguire l’odore dei soldi per battere la mafia”.
di Antonio Baldari
“Non poti arrivari n’euro a ‘sta via ca subito…”, che è facilmente comprensibile nella sua traduzione dal dialetto calabrese all’italiano, intendendo che “Non può arrivare un solo euro da queste parti che subito…” completando la frase dopo i puntini con “…la ‘ndrangheta gioca all’asso pigliatutto arraffando tutto”: la dura realtà è questa, in Calabria, e niente e nessuno ne sovverte l’andazzo.
Lo sanno tutti i cittadini Calabresi, dal primo di loro, che è il presidente Occhiuto, fino all’ultimo dei nati ieri che ne respira l’aria essendo appena venuto al mondo; generalizzazione? Assolutamente no, non tutto è ‘ndrangheta in questa strabenedetta regione ma, del resto, è sotto gli occhi di tutti lo stato di salute in cui versa che, se fosse quantomeno buono, non vedrebbe un così imponente impegno da parte del governo centrale romano.
Che nell’immediatezza della firma del nuovo documento, al porto di Gioia Tauro, tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e lo stesso governatore, Roberto Occhiuto, ha solennemente dichiarato “Ora si prosegua sulla strada delle intraprese riforme” – ha affermato il primo inquilino di Palazzo Chigi consegnando circa tre miliardi di euro, un’enormità, una cima talmente alta da far venire le vertigini, e chiudendo la sua partita.
Tre miliardi di buoni propositi che, sempre come si dice a queste latitudini, possono fare la regione “nova nova”, sbrilluccicante dalla testa testa ai piedi, come poche in Italia e fors’anche al mondo; una vera e propria “flebo” di fiducia su ben dieci aree tematiche da sviluppare con tutti e 404 i sindaci degli altrettanti Comuni Calabresi che, si auspica, beneficeranno di tale “strenna natalizia” fuori stagione. Che è, però, per tutte le stagioni.
Ci sono anche ulteriori 300milioni e spiccioli per il fantomatico “Ponte sullo Stretto”, solennemente benedetto dal ministro Salvini che non ci dormirà la notte e fino al prossimo 2032 prima di averlo visto e toccato con mano, risuscitando gli occhi dopo averlo reso mistico togliendo le bende all’immancabile plastico vespiano; e poi, infrastrutture, strade, dissesto idrogeologico, ospedali, rifiuti e…tutto il resto della Calabria che non va. Che è quasi tutta.
La ‘ndrangheta lo permetterà? È questo il duro quanto scontato interrogativo, con i tanti mammasantissima che si stanno già fregando le mani avendo già fatto quattro conti andando poi a presentare il conto: io t’ho votato, a me cosa dài di tutto quello che viene da quei voti? Questa è la vita, questa è la realtà anche e soprattutto in Calabria; del resto, lo diceva Giovanni Falcone, che ne aveva fatto un mantra asserendo bisognava “Seguire l’odore dei soldi per battere la mafia”.
Questa è la prima riforma da fare, semmai la si farà. Semmai la si inizierà, in Calabria.