Rischio interruzioni servizio idrico a ridosso della bella stagione. Le amministrazioni pubbliche sono responsabili
di Simona Ansani
POMEZIA – Di nuovo a rischio le falde acquifere per delle perdite al sito di stoccaggio carburanti dell’Eni di Pomezia-Santa Palomba. 《Lo sviluppo di un territorio dovrebbe tener conto di molteplici fattori e di una piano strategico programmatico. Ma soprattutto, fattori di rischio per gli abitanti e per l’inquinamento》. Dichiara Gabriella Caramanica, segretario nazionale del Partito politico Rivoluzione Ecologista Animalista-Rea, 《E’ inaudibile che un’azienda metta a repentaglio le falde acquifere di un’area come Pomezia e Ardea con una densità demografica che arriva a 115mila abitanti. E’ da oltre vent’anni che si registra questa problematica e sul caso fu avviata anche un’indagine aperta dalla Procura di Velletri condotta dai Carabinieri del Nucleo operativo ecologico che hanno accertato come a causa della progressiva fuoriuscita di carburante da alcuni serbatoi, sono stati inquinati i terreni circostanti compromettendo in maniera irreversibile, la falda acquifera》.
L’Arpa Lazio, negli anni, ha monitorato e continua a monitorare l’area, oggetto di un procedimento di bonifica, ma lo stato di inquinamento non ha mai smesso. Proprio in quella zona, ormai compromessa, è presente il centro idrico Acea di Santa Palomba ma anche nelle vicinanze l’impianto di acqua potabile Campo pozzi zona Roma Sud Laurentina di Acea che serve le due cittadine. A questa catastrofe si aggiunge il fatto che la stessa Acea dovrà costruire il mega inceneritore per i rifiuti della Capitale.
《Perché la Regione Lazio che ha deciso di sacrificare un’intera area, non ha mai affrontato seriamente – continua Gabriella Caramanica – l’elevato rischio inquinamento per le falde acquifere ma anche pericoloso per la salute dei cittadini? Appare chiaro che la problematica è stata volutamente messa a tacere negli anni, in vista dei grossi investimenti previsti. Non solo i cittadini hanno perso in termini di investimenti immobiliari, di qualità di vita e di benessere. A ridosso della bella stagione, i residenti rischiano ora di andare incontro a interruzioni del servizio idrico. Vogliamo chiarezza. I sindaci di Pomezia e Ardea in primo luogo devono rispondere del pericolo che si sta prefigurando per i loro cittadini. Ricordiamo che l’acqua – conclude Gabriella Caramanica – è un bene comune, patrimonio naturale e inalienabile e il suo accesso è un diritto inviolabile del cittadino anche se la gestione del servizio pubblico è stata ormai privatizzata. Il caso di Pomezia e Ardea si rivela essere un danno alla comunità e le amministrazioni e aziende private ne sono responsabili. E’ ora di fare rispettare i diritti dei cittadini》.