di Gianluca Albanese (foto Enzo Lacopo)
SIDERNO – Più fusione che Unione dei Comuni di Siderno e Locri. Dopo qualche giorno dal convegno che ha gettato una pietra nello stagno su una tematica già accennata in passato e che ora può tornare di stretta attualità, ci si interroga su come proseguire il discorso appena avviato dal convegno promosso dal free press “Riviera” e trasformare mere dichiarazioni d’intenti in progetti concreti e fattibili a medio termine.
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Certo, complice la buona riuscita dell’incontro di domenica mattina e la grande partecipazione di pubblico, al momento predomina l’entusiasmo.
Come quello dell’ex assessore all’Ambiente del Comune di Locri Alfonso Passafaro, che sul suo profilo Facebook oggi ha invitato tutti a lavorare per mettere insieme Locri e Siderno costruendo quella che definisce “La grande città della Locride”, che ingloberebbe “Tutti i paesini vicini”. Secondo Passafaro «Questa iniziativa porterà sicuramente grandi benefici per questa terra ridotta ormai alla periferia della Calabria». Anche se lo stesso ricorda che già l’anno scorso ci fu un convegno organizzato al palazzo municipale di Locri, al quale non ci fu un seguito immediato. «Ci saranno solo benefici per la nostra zona. Ovviamente – ha spiegato Passafaro – benefici per i cittadini a fronte di una riduzione delle poltrone di sindaci, assessori e consiglieri vari, pervenendo a una fusione tra Locri, Siderno e i paesini vicini che si può realizzare entro un anno e mezzo, massimo due».
Altra voce favorevole – e non poteva essere altrimenti, visto che è stato tra i promotori dell’incontro di domenica scorsa – quella del sindaco di Locri Giovanni Calabrese, che è andato oltre, indicando la fusione tra le due principali municipalità del comprensorio, e non l’Unione come l’unico strumento efficace di crescita, nonostante l’esempio che viene dalla vicina Valle del Torbido, che ha recentemente istituito l’Unione dei sei comuni che la compongono.
«Con tutto il rispetto per la bella iniziativa che è stata fatta a Gioiosa e dintorni – ha detto Calabrese – io punterei tutto sulla fusione dei comuni di Locri e Siderno che includerebbe anche i piccoli centri interni, quasi tutti in via di spopolamento. Dopo anni di continue spoliazioni di uffici pubblici e presidi dello Stato sul territorio, non possiamo permetterci il rischio di perdere quello che è rimasto e che rischiamo che ci venga sottratto o spogliato di risorse e contenuti. E allora, memori dell’esempio che giunge da molte realtà del centronord, in cui dopo qualche tempo si è proceduto allo scioglimento delle Unioni di Comuni in cui i costi di gestione erano aumentati mentre non erano diminuiti i disservizi, meglio puntare su una grande città del comprensorio, di almeno 60.000 abitanti, che sorgerebbe sull’asse disegnato dalle grandi vie di comunicazione, come la “Ionio-Tirreno” e la variante “B” della Statale 106».
Fin qui l’opinione di Giovanni Calabrese.
Ma al di là dell’entusiasmo manifestato dal sindaco di Locri e dal consigliere Passafaro, non si registrano, al momento, altre prese di posizione ufficiali da parte dei numerosi attori politici locresi e sidernesi che hanno preso parte al convegno di domenica scorsa e che comunque l’hanno seguito con grande attenzione.
Di sicuro, c’è una condizione essenziale e propedeutica alla prosecuzione di qualsiasi ragionamento su una possibile fusione (o, in alternativa Unione) tra i due Comuni: Siderno deve avere un sindaco, una giunta e un consiglio comunale eletti, perché una scelta del genere dovrà essere frutto di una chiara, inequivocabile e condivisa volontà politica presa da organi democraticamente eletti dai cittadini.
E soprattutto, occorre che chi sarà eletto la prossima primavera, inserisca nel suo programma amministrativo il raggiungimento, entro i tempi tecnici, dell’obiettivo della fusione (o dell’Unione dei Comuni), proprio come fece più di un anno fa l’attuale sindaco di Marina di Gioiosa Ionica Domenico Vestito, che appena insediatosi, nominò una giunta della quale fa parte un assessore come Sisì Napoli che detiene una delega ad hoc, ovvero quella all’Unione dei Comuni.
Insomma, da qui alla prossima primavera, le forze politiche sidernesi (quelle che sono rimaste, ovviamente…) dovranno parlare di queste prospettive di fusione o di unione con Locri. Prima di tutto i futuri amministratori non dovranno cedere a tentazioni egemonizzanti, magari rivendicando priorità dovute al maggiore numero di abitanti, ma dovranno riconoscere pari opportunità ai potenziali comuni partner. Da questo punto di vista, Calabrese è stato molto chiaro, dicendosi «Pronto a dimettersi il giorno dopo la realizzazione di un grande obiettivo come la fusione tra Siderno e Locri».
E poi dovranno essere chiari con gli elettori che, presumibilmente la prossima primavera, andranno a votare, in modo tale che le elezioni amministrative del 2015 possano rappresentare, oltre che il tanto auspicato ritorno delle istituzioni democratiche alla guida di Siderno, una sorta di referendum sull’effettiva volontà di procedere o meno alla fusione (o all’Unione).
Un’ultima considerazione va fatta su una presenza al tavolo dei relatori del convegno di domenica scorsa, ovvero quella del leader regionale del Centro Democratico (e tra gli esponenti più autorevoli a livello nazionale del partito di Bruno Tabacci) Pietro Fuda. Da molto tempo, sono in tanti che auspicano una sua candidatura a sindaco di Siderno, per via dell’esperienza amministrativa tipica del tecnico prestato alla politica che nei lustri precedenti ha prodotto buoni risultati per il territorio.
Insomma, in un momento difficile per la vita amministrativa dei comuni (in particolare di uno che nell’ultimo anno e mezzo ha conosciuto sulla sua pelle lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose e il dissesto finanziario) occorre che alla guida di una città non facile da amministrare ci sia un “generale” di grandi capacità ed esperienza, che – particolare non trascurabile – si è già espresso favorevolmente sul processo di reciproca integrazione con Locri.
Lungi da noi il voler esprimere particolari endorsement – tra l’altro, per forma mentis, non amiamo auspicare l’avvento di “uomini della Provvidenza” – non possiamo tuttavia negare che un’eventuale candidatura a sindaco di Pietro Fuda metterebbe d’accordo molti attori politici e quasi tutti i soggetti partitici cittadini. Non ci sarebbe proprio un “listone unico”, ma non è difficile immaginare che a parte le ali estreme dell’arco costituzionale locale (che magari possono essere interessate a esprimere candidature identitarie o di bandiera) quasi tutti potrebbero convergere su Fuda.
E l’ingegnere che fa? Come suo antico costume mantiene un basso profilo: nessuna fuga in avanti, nessuna anticipazione di intenzioni future, nessuna conferma. Ma nemmeno nessuna smentita. E allora staremo a vedere.
Di sicuro, chi si candida a sindaco di Siderno dovrà dire subito come la pensa su un tema così importante come le prospettive di fusione con Locri.