RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Venerdì 19 dicembre 2014, ore 14:40: una data e un orario che, a buon titolo, rimarranno scolpiti nella Storia recente di Gerace perché legate al ritorno a casa del capolavoro seicentesco opera di Jan Leyners, il cosiddetto Arazzo di Gerace.
{loadposition articolointerno, rounded}
Utilizzati per impreziosire gli ambienti o i pavimenti, gli arazzi sono preziosi oggetti d’arredo prodotti, in gran parte, tra la Francia e le Fiandre. In passato il loro commercio era molto diffuso, soprattutto per la loro versatilità: a differenza degli affreschi, infatti, essi potevano essere più facilmente sostituiti, anche a seconda del soggetto che si intendeva esporre in una determinata occasione.
L’Arazzo di Gerace – realizzato presso gli opifici di Bruxelles-Brabant – mancava dalla “Città dello Sparviero” dal 1967, a causa di una serie di difficoltosi restauri eseguiti a Cosenza, a cura della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria. Questa particolare opera di Jay Leyniers si caratterizza, per rarità e pregio, come una delle opere d’arte più importanti dell’intera Calabria, testimone tanto dell’elevato grado di raffinatezza raggiunto dalla scuola fiamminga nella seconda metà del XVII secolo, quanto per la complessità dei rapporti culturali intrattenuti dalla nobiltà e dal clero calabrese nei secoli scorsi.
Nello specifico, l’Arazzo di Gerace – che misura un’altezza di 380 centimetri per 584 di larghezza – rappresenta una ricca scena venatoria, incorniciata da un abbondante festone in cui sono presenti elementi floreali e animali. Fra le ipotesi più accreditate riguardanti l’incerto soggetto è che l’opera sia un singolo elemento appartenente a un ciclo più ampio, riferibile al mito di Meleagro e Atalanta.
Da oggi, finalmente, l’Arazzo di Gerace rientra a casa, tornando a pieno titolo a far parte della collezione del Museo Diocesano e sarà collocato nella sala principale del Palazzo Vescovile, i cui lavori di restauro si avviano alla conclusione.
Ad accogliere il ritorno a Gerace dell’Arazzo, il Vescovo Mons. Francesco Oliva, il Sindaco Giuseppe Varacalli, il Direttore del Museo Diocesano Giacomo Oliva, oltre a numerosi cittadini geracesi richiamati dal suono delle campane della Cattedrale e orgogliosi di poter assistere a un momento così importante della storia recente della propria città.
«Sono felice di poter essere presente oggi a questo momento così rilevante per la Diocesi e per Gerace – ha affermato Mons. Oliva. L’Arazzo si va ad aggiungere alle numerose bellezze artistiche della città, da custodire sì con fierezza, ma anche con responsabilità e attenzione».
«Voglio ringraziare quanti hanno lavorato al restauro dell’Arazzo di Gerace – ha detto il Sindaco Varacalli –, permettendo oggi a quest’opera di tornare a far parte degli elementi di attrattività culturale e turistica della nostra città, dopo una lunga attesa la cui conclusione, oggi, i geracesi vivono giustamente con orgoglio e compiacimento».
Degna chiosa, le parole del dottor Giacomo Oliva: «Una giornata, quella di oggi, che sia umanamente, in quanto cittadino geracese, che professionalmente mi ha regalato emozioni difficilmente ripetibili».