di Patrizia Massara Di Nallo
Tornano sabato 23 e domenica 24 marzo 2024 le Giornate FAI di Primavera, dedicate al patrimonio culturale e paesaggistico d’Italia e alle storie inedite e inaspettate che esso custodisce. Si articoleranno in 750 luoghi di 400 città in tutta Italia, dai capoluoghi ai piccoli comuni, dai centri storici alle province, da Nord a Sud della Penisola. Le Giornate, giunte alla trentaduesima edizione, sono uno degli eventi più importanti per la conoscenza, sopratutto dei luoghi solitamente inaccessibili, e raccontano la ricchissima cultura del nostro Paese. Servono anche a contribuire alla tutela e alla valorizzazione di questo patrimonio che va sempre più frequentato e raccontato. Quindi sarà un’immersione culturale: storia nella natura, monumenti nei paesaggi, patrimonio materiale e immateriale, arte e architettura senza tralasciare le tradizioni e la gastronomia locale. Per quanto riguarda la provincia di Reggio Calabria, sono stati istituiti due percorsi culturali: uno a Mammola e uno a Villa S. Giovanni.
Il tema del percorso di Mammola ( RC) è MAMMOLA: SANTITÀ E ARTE, ARCHITETTURA E GASTRONOMIA
Si potranno ammirare i monumenti storici, architettonici e artistici di Mammola e gustare la gastronomia identitaria del luogo. Partendo dall’Abbazia di S. Nicodemo, già Grangia di S. Biagio, si proseguirà attraverso via S. Nicodemo, Largo Magenta, scalinata di Gellario e i vicoli caratteristici fino alla chiesa Matrice con gli altari marmorei e la Cappella di S. Nicodemo con le sue opere devozionali. Si proseguirà percorre rendo poi Via Campanella con soste davanti ai Palazzi del patriziato locale: Palazzo del Pozzo e la terrazza panoramica dove ci saranno le specialità gastronomiche mammolesi.
Si potranno vedere anche la Casa di Apollinare Agresta, il Palazzo Floccari-Guerrisi, Piccolo, Ferrari, Spina, Florimo; Piazza Pubblici Parlamenti con casa Tarantino e la Chiesa dell’Annunziata; il palazzo feudale del Baglio e la Chiesa del Carmine; Palazzo N. Del Pozzo; la visita al laboratorio dello stoccafisso; la Casa comunale con la tela di S. Nicodemo di Agostino Scilla, il bassorilievo della Madonna di Polsi e gli stemmi.
Ultima tappa sarà la chiesa dei S.S. Sebastiano e Filippo. Il paese di Mammola rivelerà il caratteristico impianto di borgo medievale con le abitazioni attaccate fra loro e le strette stradine attorno alle piazzette. I palazzi De Gregorio, Guerrisi, Ferrari sono risalenti all’epoca feudale,mentre i palazzi Del Pozzo, Florimo, Spina, Piccolo, “Gellario” dei Barillaro sono di epoca più recente e riprendono lo stile architettonico che va dal classico al barocco.
La Casa Tarantino è risalente al XIV secolo. Gli edifici religiosi: la Matrice (XII secolo) a tre navate, intitolata a San Nicola di Bari, dove sono conservatele le reliquie di san Nicodemo patrono della città,la cinquecentesca chiesa barocca della SS. Annunziata, quella della Madonna del Carmine, quella di San Filippo Neri (XVI secolo) con le opere di scuola caravaggesca e il Santuario di S. Nicodemo luogo dove san Nicodemo Abate Basiliano ha vissuto nel X secolo.
Da visitare anche San Giuseppe, la Grancia Basiliana di San Biagio con uno splendido altare marmoreo,la chiesa di Reito e l’antico monastero di Santa Barbara, ristrutturato in parte a Parco Museo Santa Barbara. Di recente costituzione anche il Museo famiglia Del Pozzo. Faranno da guida gli Apprendisti Ciceroni, giovani studenti appositamente formati per raccontare le meraviglie del loro territorio. “Apprendisti Ciceroni” è un progetto di formazione rivolto agli studenti di ogni ordine e grado, che hanno l’occasione di accompagnare il pubblico alla scoperta del patrimonio di arte e natura del proprio territorio e di sentirsi direttamente impegnati nella vita sociale, culturale ed economica della comunità.
Quindi un’esperienza di cittadinanza attiva che vuole far nascere nei giovani la consapevolezza del valore che i beni artistici e paesaggistici rappresentano per il sistema territoriale. Gli Apprendisti Ciceroni a Mammola saranno gli studenti dell’ I.I.S. “Oliveti – Panetta” di Locri; del Liceo Scienze Umane e Linguistico “G. Mazzini”; dell’I.I.S. “U. Zanotti Bianco” di Marina di Gioiosa Ionica e dell’ I.I.S. “G. Marconi” di Siderno
Villa San Giovanni
Il secondo percorso Fai si snoda a Villa S. Giovanni, ha per tema: “Coltivare Capolavori: l’industria e l’arte della seta a Villa San Giovanni” ed è a cura della Delegazione del Fondo Ambiente Italiano di Reggio Calabria e del Gruppo FAI Giovani. L’evento è inoltre organizzato con il patrocinio della Città Metropolitana di Reggio Calabria e con il partenariato dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria.
Il Percorso partirà da Fontana Vecchia, dove Rocco Antonio Caracciolo decise di avviare la prima filanda e dove è ancora visibile la casa padronale in stile Liberty, e proseguirà verso la filanda Lo Faro e la filanda Cogliandro, piccolo museo della seta, che sarà visitato grazie alla disponibilità dei proprietari e di esperti locali che ci faranno rivivere quei momenti storici caratterizzati da un’imprenditoria tutta al femminile. Gli Apprendisti Ciceroni saranno del settore Accoglienza Turistica dell’IPALBTUR “Giovanni Trecroci” di Villa San Giovanni coadiuvati anche da esperti locali.
Da visitare saranno gli stabilimenti della produzione serica che ricalcando lo stile architettonico, il cosiddetto modello “Manchesteriano,” e sono caratterizzati da una costruzione a pianta rettangolare in mattoni pieni con alti finestroni e tetto spiovente coperto da tegole in cotto. Caratteristica è l’impalcatura di travi in legno che sorregge la copertura. Dopo decenni di abbandono queste strutture vengono valorizzate e assumono vita nuova grazie alle Giornate Fai di Primavera 2024, che riproporranno la storia delle filande con le visite ai grandi stabilimenti di proprietà privata eccezionalmente aperti al pubblico. La storia ha inizio quando un Regio permesso nel 1792 diede l’opportunità a Rocco Antonio Caracciolo di avviare la prima filanda, in zona Fontana Vecchia. Ne seguiranno altre, arrivando a contare ben 56 filande dislocate tra Villa, Pezzo e Cannitello. Nel 1847 Villa contava già 44 filande a conduzione familiare e dopo la meccanizzazione e l’uso delle caldaie a vapore si diede un nuovo impulso all’attività tantochè sia imprenditori settentrionali che stranieri, come il milanese Adriano Erba e gli inglesi Thomas Allam ed il nipote Edward J. Eaton, decisero di investire sul territorio e la cittadina si guadagnò il soprannome di “piccola Manchester”. Infatti l’attuale profilo della città è caratterizzato da grandi ciminiere.