di Gianluca Albanese
ROCCELLA IONICA – Il contenuto della delibera di giunta numero 140 dello scorso 16 ottobre (pubblicata solo ieri nell’albo pretorio on line del Comune di Roccella) richiama, seppur con le dovute differenze, quanto accaduto a chi scrive all’inizio del 2008.
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Fatto salvo il diritto di chiunque si senta leso, diffamato, oltraggiato e calunniato, a potersi difendere con tutti i mezzi e nelle forme previste dal vigente ordinamento giuridico, fa comunque specie sapere che l’esecutivo cittadino, quasi al completo, (era assente il solo assessore Francesco Scali) abbia votato per autorizzare il sindaco Certomà a presentare un esposto alla Procura della Repubblica al fine di accertare la regolarità delle elezioni amministrative dello scorso maggio «messa in dubbio – secondo la giunta roccellese – dalle oltraggiose dichiarazioni pubblicate sulla pagina pubblica all’interno del blog “Roccella siamo noi: opinioni ed emozioni di Nicola Iervasi”», in un articolo dello scorso 9 ottobre, pubblicato, appunto, sul blog roccellasiamonoi.blogspot.it
Una cosa simile accadde a chi scrive a inizio del 2008, quando l’allora giunta comunale di Siderno autorizzò il sindaco in carica Sandro Figliomeni a sporgere querela nei confronti dell’autore e dei coautori del blog gianlucaalbanese.wordpress.com gestito dal 2007 al 2012 dallo scrivente. In quel caso, non si trattò di un esposto in Procura, ma di una querela diretta allo scrivente per un commento che una lettrice del blog scrisse sotto un articolo in cui si stigmatizzava la decisione dell’allora maggioranza consiliare di non costituirsi parte civile al processo contro assassini e mandanti dell’omicidio di Gianluca Congiusta.
Da una parte un esposto in Procura (Roccella, 2014); dall’altra una (anzi due, visto che un’altra querela giunse dall’allora vicepresidente del consiglio comunale Jole Figliomeni) querela diretta. E un unico denominatore comune: provare a mettere a tacere una voce libera di dissenso, scomoda, ma sicuramente libera.
Ecco perché fa specie quando nei documenti ufficiali affissi all’albo pretorio degli organi democraticamente costituiti (come, appunto, una giunta comunale) si apprende di decisioni che cercano di soffocare le voci di chi non la pensa come loro.
Lungi da noi, infatti, volerci sostituire alla magistratura inquirente – men che meno a quella giudicante – ma la motivazione addotta dalla giunta Certomà «Accertare la regolarità delle elezioni amministrative dello scorso maggio» appare speciosa, oltre che produttrice di ulteriore lavoro per aule già oberate di incombenze, come quelle della Procura di Locri, dato che la regolarità delle elezioni amministrative è stata già assicurata dalla proclamazione degli eletti e dagli organi preposti alla stessa.
Il vero fine, almeno a noi così sembra, è quello di mettere a tacere chi scrive sul proprio blog dopo una giornata di lavoro, impegni familiari e un’attività politica alla luce del sole come quella di Nicola Iervasi, da sempre attivo nel campo dell’associazionismo giovanile, prima, e nelle attività di partito, poi.
L’iniziativa venuta alla luce ieri, fa il paio con le schermaglie tra lo stesso Iervasi e l’avvocato Vincenzo Bombardieri, che ha preannunciato, nei giorni scorsi, querela contro l’autore del blog roccellasiamonoi.blogspot.it il quale, a sua volta, ha preannunciato altre tre querele contro il candidato del Pd alle scorse elezioni regionali. Senza voler entrare nel merito delle iniziative preannunciate, il caso di Bombardieri appare diverso, visto che è comunque frutto della volontà di tutelarsi da parte di un singolo cittadino, e non di un organo istituzionale collegiale.
Tant’è. Sarà la storia a decidere chi avrà avuto ragione o meno. Per la cronaca, la querela nei nostri confronti da parte dell’allora giunta comunale sidernese finì con un’archiviazione dopo l’interrogatorio sostenuto alla Polizia Postale di Reggio Calabria.
Lo stesso blog lo ritrovammo citato, in maniera poco lusinghiera, nei dialoghi intercettati e riportati nelle carte delle principali operazioni della DdA di Reggio Calabria, ma questa è un’altra storia.
Di certo, i blog, la stampa controcorrente e le voci critiche hanno tutto il diritto di dire la loro e nessuna istituzione può provare a mettere il bavaglio a chi ha un pensiero diverso.
Almeno se vogliamo che l’articolo 21 della Costituzione non sia lettera morta.